Fu allievo di Corace, che insegnò retorica a Siracusa intorno al 466 a.C. e con lui viene ritenuto l'inventore della retorica. Ebbe, poi, come allievi Isocrate, Gorgia e Lisia[1].
Opere
L'opera di Tisia constava di un manuale di retorica, il primo composto per questa disciplina, e delle orazioni giudiziarie. Delle opere di Tisia, completamente perdute, abbiamo la testimonianza di autori come Platone, Aristotele e Cicerone.
Nel Fedro, ad esempio, Platone descrive l'opera di Tisia e del suo allievo Gorgia:
«Essi [Tisia e Gorgia] ebbero in realtà la percezione che più del vero bisogna pregiare il verosimile, inoltre con la potenza delle parole, fanno apparire grandi le cose piccole e piccole le cose grandi, poi agli argomenti nuovi danno l'apparenza dell'antico e inversamente ai loro contrari il fascino della novità, e furono infine gli inventori dei due opposti principi: della concisione dei discorsi e della prolissità senza limiti, su qualsiasi argomento.»
Ancora, Cicerone nel Brutus unisce Tisia e Corace proprio come inventori dell'arte retorica:
«Apprendiamo da Aristotele che quando in Sicilia fu abbattuta la tirannide, i cittadini ripresero dopo un lungo intervallo, a far valere loro diritti davanti ai tribunali; e siccome quella gente era per natura ingegnosa e portata ai litigi, i siculi Corace e Tisia scrissero dei manuali sull'arte del dire: cosa che avveniva per la prima volta, perché prima di allora nessuno aveva parlato sulla base di norme teoriche, per quanto parecchi fossero soliti parlare in uno stile chiaro e ordinato.»
Note
^E. Schiappa, Protagoras and Logos: A Study in Greek Philosophy and Rhetoric, South Carolina, Univ. of South Carolina Press, 2013, pp. 49 ss.
Bibliografia
E. Schiappa, Protagoras and Logos: A Study in Greek Philosophy and Rhetoric, South Carolina, Univ. of South Carolina Press, 2013, pp. 49 ss.