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The Ocean Cleanup[1] è una fondazione il cui scopo è sviluppare tecnologie che consentano agli inquinantiplastici presenti negli oceani di essere estratti e di non essere ulteriormente immessi negli stessi. L'organizzazione è stata fondata nel 2013 da Boyan Slat, un inventore e imprenditore olandese di origini croate che ne è l'amministratore delegato. Il quartier generale della fondazione è Delft, nei Paesi Bassi.
Tecnologia
La rimozione di frammenti di plastica in mare aperto è ancora agli inizi. Alcune iniziative, come Project Kaisei, hanno usato navi con reti per catturare la plastica, principalmente a scopo di ricerca. The Ocean Cleanup propone un metodo passivo a larga scala per rimuovere i rifiuti marini all'interno o nelle prossimità dei vortici oceanici attraverso un sistema alla deriva galleggiante lungo 1–2 chilometri (0,62–1,24 mi), rallentato da un'ancora galleggiante posta a circa 600 metri di profondità. Un pannello rigido al di sotto del tubo galleggiante catturerà e raccoglierà i frammenti poco sotto la superficie. Questi sistemi a forma di "U" si sposteranno liberamente nel vortice subtropicale del Nord Pacifico e concentreranno la plastica verso un punto centrale dove potrà essere estratta da navi ausiliarie che la porteranno sulla costa.[2] Il primo sistema è stato installato a metà del 2018[3] e The Ocean Cleanup stima di poter ripulire il 50 percento della grande chiazza di immondizia del Pacifico entro 5 anni dal completamento delle installazioni che è avvenuto nel 2020.[4]
Progetti
Mega Expedition
Attraverso una serie di spedizioni oceaniche, The Ocean Cleanup sta studiando la massa totale e la distribuzione dei frammenti di plastica negli oceani, e metodi, tecnologie e strumenti di riciclaggio della plastica oceanica che siano economicamente e tecnicamente sostenibili. Nell'agosto del 2015 ha lanciato la cosiddetta Mega Expedition[5], in cui una flotta di circa 30 navi ha attraversato la grande chiazza di immondizia del Pacifico usando reti a traino, chiamate manta trawls, per misurare la concentrazione, la dimensione e la scala della distribuzione della plastica in quella zona.[6] I ricercatori, a bordo della nave madre RV Ocean Starr, hanno riportato di aver avvistato rifiuti di plastica di dimensione maggiore di quanto previsto nella grande chiazza di immondizia del Pacifico.[7] Secondo il sito web di The Ocean Cleanup, questa spedizione è stata condotta in preparazione di una pulizia della grande chiazza di immondizia del Pacifico su larga scala, che l'organizzazione ha avviato nel 2020.[8]
Aerial Expedition
Nell'autunno del 2016, The Ocean Cleanup ha condotto una serie di voli di ricognizione lungo la grande chiazza di immondizia del Pacifico. Questa spedizione è stata chiamata Aerial Expedition[9], ed è stata la prima indagine aerea effettuata su un'isola di immondizia nell'oceano. Lo scopo della spedizione era di quantificare i detriti di plastica più grandi nell'oceano, come le reti da pesca abbandonate chiamate ghost nets[10]. Le informazioni raccolte, combinate con le informazioni della Mega Expedition, sono servite a mappare l'inquinamento causato dai rifiuti di plastica nella grande chiazza di immondizia del Pacifico, e i risultati dovrebbero essere pubblicati nel 2017.
Per quantificare i detriti, The Ocean Cleanup ha messo in campo sia osservatori umani che sensor; ha usato un aereo da trasporto Lockheed C-130 Hercules, che ha volato a bassa velocità e bassa altitudine per permettere ai ricercatori di usare un sistema CZMIL[11], e il sistema SASI di scanner iperspettrale SWIR[12], per documentare l'inquinamento della plastica nell'oceano.[13]Boyan Slat ha detto che l'equipaggio ha visto molta più plastica del previsto.[14]
Programma pilota
In una serie di test, una successione di modelli in scala sempre più grande verrà installata in condizioni oceaniche sempre più complesse. The Ocean Cleanup ha effettuato test in ambiente controllato nel 2015.[15] Un segmento di 100 metri è stato sottoposto ad un test nel Mare del Nord, appena al largo delle costa olandese nell'estate del 2016.[16] Dopo due mesi, il test è stato interrotto, a causa di un guasto alle catene che collegavano un'asta al sistema di ormeggio.[17]
L'11 maggio del 2017, The Ocean Cleanup ha annunciato che il prossimo passo sarebbe stato un test di un nuovo sistema galleggiante nel nord del Pacifico nel 2017. Dopo aver costantemente migliorato il modello, The Ocean Cleanup ha lanciato il suo primo sistema di pulizia nel Settembre del 2018, concludendolo il 17 Gennaio 2019.[18][3][19] Aggiungendo gradualmente più sistemi, si aspettano di raggiungere il lancio a scala intera nella grande chiazza di immondizia del Pacifico entro il 2020.[4]
Applicazione Ocean Plastic Survey
Nella tarda metà del 2015, The Ocean Cleanup ha lanciato una app per iOS[senza fonte] e Android[20], chiamata Ocean Plastic Survey, che permette a chiunque su una barca nell'oceano di contribuire nel inviare dati; lo scopo è di fornire agli scienziati la quantità, il tipo e la posizione dei rifiuti di plastica flottanti in mare. L'app completa un periodo di osservazione di 30 minuti, durante i quali gli osservatori registrano i detriti che vedono. Questo sostituisce le indagini fatte su carta, e i dati saranno condivisi con altri scienziati, oltre che aiutare The Ocean Cleanup nelle sue scelte.
Premi e riconoscimenti
Dalla creazione della fondazione, The Ocean Cleanup ha ricevuto più di 31,5 milioni di dollari in donazioni da parte di sponsor, incluso il direttore generale di Salesforce.com Marc Benioff, il filantropo Peter Thiel, la fondazione di Julius Baer e Royal DSM. The Ocean Cleanup ha anche raccolto più di 2 milioni di dollari con l'aiuto di una campagna di crowdfunding nel 2014.
Il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente ha premiato Boyan Slat con Champion of the Earth nel 2014,[21] il quale aveva precedentemente ricevuto il riconoscimento come uno dei 20 Giovani imprenditori più promettenti al mondo da Intel EYE50.[22] Nel 2015, Harald V di Norvegia ha premiato Slat col premio dell'industria marittima "Giovane Imprenditore", e The Ocean Cleanup Array è stato nominato "progetto di design dell'anno" dal London Design Museum.[23][24] Inoltre, nel 2015, il sistema Ocean Cleanup Array ha vinto l'INDEX: Award nel 2015[25][26] e il premio 2015 Fast Company Innovation By Design nella categoria Bene Sociale.[27]Foreign Policy ha riconosciuto Slat come uno dei 100 Pensatori Globali del 2015.[28] Nel 2016, The Ocean Cleanup ha vinto il premio Katerva, conosciuto anche come "premio Nobel per la sostenibilità”.[29] The Ocean Cleanup è stato premiato con il premio Norwegian Shipowners’ Association's Thor Heyerdahl nel maggio del 2017.[30]
Critiche
Nei confronti del sistema di The Ocean Cleanup sono state sollevate critiche riguardo al metodo, alla fattibilità, all'efficienza e al ritorno dell'investimento, in particolare:
l'organizzazione non profit 5 Gyres sostiene che The Ocean Cleanup non abbia prodotto una valutazione di impatto ambientale sufficientemente approfondita, e non abbia esaminato alternative, ad esempio far raccogliere i rifiuti ai pescatori.[31] Boyan Slat sostiene che usare metodi convenzionali come navi e reti sarebbe inefficiente in termini di tempi e costi.[32] The Ocean Cleanup sta lavorando con esperti esterni per minimizzare i possibili impatti ambientali della loro tecnologia;[33] inoltre 5 Gyres sostiene che portare il sistema controcorrente permetterebbe di catturare più plastica a parità di tempo, e sarebbe probabilmente meno costoso rispetto al sistema proposto da The Ocean Cleanup. Boyan Slat fa presente che pulire i vortici non è la soluzione per tutto l'inquinamento dovuto alla plastica, e fermare l'origine del flusso è fondamentale, ma una soluzione non esclude l'altra.[31]
Marcus Eriksen e il suo entourage (2014) hanno scoperto che il 92% dei rifiuti di plastica nell'oceano è più piccola della microplastica e non può essere raccolta dal sistema di The Ocean Cleanup. Nello stesso studio però, si nota anche che la massa di plastica si trovi per la maggior parte nelle due classi di taglia più grande (86%).[non chiaro][34] L'obiettivo di The Ocean Cleanup è di raccogliere i detriti più grandi prima che si sgretolino diventando microplastica;[35]
Mark Noak sostiene che scoraggiare l'uso di plastica sarebbe più efficace a lungo termine, e che la strategia di The Ocean Cleanup darà invece il via ad abitudini maggiormente nocive per l'ambiente.[36] Boyan Slat afferma che un progetto di pulizia possa potenzialmente rendere il problema visibile, e aiutare le persone a diventare coscienti del problema in generale, oltre che ispirare nuove tecnologie.[35]
Note
^che tradotto in italiano è "la pulizia dell'oceano"
^(EN) The Ocean Cleanup, www.theoceancleanup.com, Technology, su The Ocean Cleanup. URL consultato il 15 maggio 2017.
^ab(EN) The Ocean Cleanup, www.theoceancleanup.com, Start Pacific Cleanup, su The Ocean Cleanup. URL consultato il 15 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2018).
^ The Ocean Cleanup, www.theoceancleanup.com, An update from the North Sea, in The Ocean Cleanup. URL consultato l'8 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2017).