Il sisma provocò la distruzione della città di Argenta, incluse le mura medievali, uno tsunami interno e la liquefazione del terreno.[3] Dopo essere stata rasa al suolo, Argenta venne ricostruita sull'argine opposto del fiume Reno[4].
Il sisma
Il sisma venne preceduto da "un cupo, improvviso e prolungato rombo" e si concretizzò in tre forti scosse d'intensità crescente.[5]
La potenza del sisma disintegrò più di 170 edifici, 200 case divennero inagibili, mentre il resto fu gravemente lesionato o semidistrutto e pericolante. Tutte le 24 torri difensive, tranne una, crollarono al suolo, mentre le mura si sgretolarono, soprattutto quelle poste in riva al fiume Po. Vennero altresì demolite quattro chiese, tra cui il Duomo, mentre le altre vennero completamente rase al suolo e "squarciate fin dalle fondamenta". Solo il santuario della Celletta, costruito appena pochi anni prima, rimase intatto e tutt'oggi una processione a ricordo dell'evento è organizzata nel giorno di San Giuseppe.[6]
Sui 1 566 abitanti della città di Argenta, 25 o 28 persone morirono sotto le macerie.[7] Vennero distrutte anche le vicine località di Boccaleone, San Biagio, Filo e Bando.[8]
Il terremoto aprì numerose voragini nel terreno alluvionale, da cui uscì violentemente molta acqua limacciosa mista a sabbia nerastra. Allo stesso tempo l'altezza dell'acqua della falda, divenuta salata, crebbe così tanto che uscì dai pozzi e allagò le strade.[7]
Il sisma provocò anche un raro caso di tsunami "interno",[3] cioè non avvenuto in mare ma nelle acque interne:[9] infatti il Po di Primaro e le acque salmastre della Valle Padusa, delle valli di Campotto (a sud) e di Comacchio (a nord) si agitarono come se fossero in tempesta, generando alte onde che flagellarono le sponde e le arginature.[3]
Il terremoto venne percepito "in modo gagliardo" anche a Ferrara, dove si registrò qualche piccolo danneggiamento e la caduta di molti comignoli, oltre che a Ravenna, Padova, Bologna, Venezia e per un raggio di 60 miglia.[7]
Durante tutta la notte vi furono almeno 37 forti scosse di assestamento, cioè capaci di far rintoccare le campane. La mattina del 20 marzo si avvertì fino a Ferrara una scossa di assestamento. In seguito, lo sciame sismico continuò per parecchio tempo, con anche 4-5 scosse al giorno, fino al 3 febbraio 1625.[7]
^1624 Argenta Eathquake, in The Catalogue of Strong Italian Earthquakes. URL consultato il 19 novembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
^In Italia è noto un solo altro caso di tsunami interno, avvenuto sul lago di Bolsena in seguito al terremoto di Bagnoregio dell'11 giugno 1695; altri episodi minori si verificarono nella laguna di Venezia nel 1661 e 1667)
Caracciolo C., Camassi R. e Castelli V., Miglioramento delle conoscenze sul terremoto di Argenta del 1624 da uno studio recente, in Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida, vol. sez. 1.1, 2012, pp. 27-32.
A. Ghirardelli, Miserabile & infelice caso occorso alla terra antichissima d'Argenta giurisditione di Ferrara, del spauentoso, et improuiso terremoto successo alli 19. di marzo, Bologna, per Nicolò Tebaldini, 1624, SBNIT\ICCU\RMLE\038450Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
Giovanni Villa de Poardi, Noua relatione del grande, & spauentoso terremoto successo in Argenta diocesi di Ferrara alli 19. di Marzo giorno di S. Gioseffo 1624. Con la morte di molte persone, & rouina di 170. case, monasterij, chiese, & altri edifitij. Doue ancora si discorre la causa di detto terremoto. Descritta da Gio. V. de Poardi bolognese, Lodouico Grignani, 1624, SBNIT\ICCU\BVEE\065584Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).