Nel primo dopoguerra, precisamente nell'anno 1919 il giovane architetto Franco Oliva fu incaricato dai fratelli Cozzani di progettare un nuovo teatro a La Spezia che fungesse anche da sala cinematografica.
L'edificio sorse in piazza Cavour con una capienza complessiva di 1200 spettatori e fu inaugurato l'anno successivo.
Architettura
L'architetto s'ispirò allo stile Secessione valendosi di soluzioni architettoniche funzionalmente innovative: ad esempio il volume dei vani destinati alla cabina di proiezione ed alle sue scale di servizio è realizzato sporgente rispetto alla facciata d'ingresso ed è accompagnato da modanature ed appropriati decori liberty[1].
L'intero apparato decorativo del teatro fu affidato agli artisti spezzini più accreditati del momento: per la scultura Angiolo Del Santo e per la pittura Luigi Agretti[2].
Il teatro subì gravi danni nel corso della seconda guerra mondiale. Ricostruito nel dopoguerra fu poi chiuso nel 2003.
Note
^Privo di una vera e propria facciata, l’edificio appare decorato sul retro dai bassorilievi di Angiolo del Santo, lungo la via Raffaele De Nobili, posti ad ornare la cabina di proiezione come pulpiti di cantoria di chiara derivazione neorinascimentale.
^Sulle tre pareti della galleria un affresco mitologico e sulla volta il trionfale Carro del sole.
Bibliografia
S. Barisone, M. Fochessati, G. Franzone, A. Canziani, Architetture in Liguria dagli anni Venti agli anni Cinquanta, Segesta, Milano 2004