Nato nel 1898 come teatro lirico e noto anche come Politeama Adriano, nella prima metà del XX secolo ospitò esecuzioni classiche di rilievo, sia di artisti affermati del secolo precedente come Ponchielli, Puccini, Verdi e Donizetti, che di contemporanei come Giordano, Leoncavallo, Cagnoni e Mascagni.
Dopo la trasformazione in sala cinematografica avvenuta nel secondo dopoguerra continuò a essere adibito a luogo per eventi dal vivo; tra i più famosi figura, per esempio, l'esibizione dei Beatles nel 1965, come parte della loro unica serie di concerti in Italia.
Nel 2000 fu trasformato in multisala.
Il proprietario attuale è l'imprenditore cinematografico Massimo Ferrero; in passato ebbe diversi proprietari, ai quali fu venduto sempre come parte di pacchetti di sale cinematografiche nella Capitale: nella storia recente del cinema (dagli anni ottanta del XX secolo) figurano Giovanni Amati, proprietario del gruppo Safin, successivamente ceduto in blocco alla società Acqua Marcia e rilevato nel 1993 dalla famiglia Cecchi Gori fino alla cessione al citato Ferrero nel 2009.
Edificato una prima volta in legno, sull'area in cui oggi sorge la Chiesa Valdese, per volontà di Ludovico Serafini Vigneri e Pio Gallas, ospitò, tra le altre rappresentazioni, il Ballo Excelsior ma, dopo sette mesi dalla sua prima costruzione, fu distrutto da un incendio nel maggio del 1895.
Venne poi ricostruito sempre da Pio Gallas con Romeo Bisini in piazza Cavour su progetto di Luigi Rolland[1] (padre del più famoso Luigi Moretti) e inaugurato il 1º giugno 1898 con La Gioconda di Ponchielli diretta da Edoardo Mascheroni, il 7 giugno andò in scena La bohème di Puccini.
Il teatro era in parte in muratura ed in parte in cemento armato, materiale all'epoca all'avanguardia in campo edilizio. La facciata si presentava a due piani con il corpo centrale avanzato, un'ampia copertura ad arco a pianterreno e finestroni ad arco nella parte superiore; il corpo mediano arricchito da semicolonne di ordine tuscanico e ionico. La sala a ferro di cavallo, molto vasta, decorata in bianco e oro con tappezzerie rosso scuro, era sormontata da una fila di palchi di platea, due ordini di palchi, una galleria ed un loggione in stile romano. Il soffitto affrescato dallo scenografo Alessandro Bazzani, d'ispirazione barocca, alternava erme avvolte da motivi floreali a medaglioni sorretti da putti rappresentanti musicisti (Verdi, Donizetti, Rossini, Bellini) e poeti (Goldoni, Alfieri, Metastasio, Cossa).
Sull'arcoscenico, bianco e oro, nel mezzo vi era, color bronzo, un medaglione con l'effigie dell'imperatore Adriano circondato dai simboli della Fama, agli angoli aquile romane reggevano le insegne e gli stemmi di Roma; sopra la curva dell'arcoscenico, fra gli intrecci di palme e strumenti musicali si leggeva "edificato 1898". Il sipario era stato dipinto da Leonida Liverani a imitazione di un antico arazzo. Il foyer era stato decorato in stile Luigi XV da Gaetano Brunacci. Complessivamente poteva ospitare 5000 spettatori, vi erano anche dei posti per solo ascolto. Nell'insieme lo stabile era molto curato e lussuoso, destinato ad ospitare eventi di varia natura: opere liriche, concerti, balletti, operette, varietà e spettacoli circensi.
È stato spesso utilizzato, anche, come sede di eventi e manifestazioni politiche, tra le quali la solenne commemorazione massonica nel centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, che ebbe luogo il 3 luglio 1907.
Nel 1950 il teatro subì alcune modifiche che videro l'edificio diviso in due e la conseguente trasformazione in doppia sala cinematografica con ingresso separato: dal lato di piazza Cavour si accedeva al Cinema Adriano, mentre da via Cicerone al Cinema Ariston.[2] Nonostante la trasformazione in cinema l'Adriano fu comunque utilizzato come sede per convegni e riunioni. Domenica 27 giugno e lunedì 28 giugno 1965 vi si esibirono in concerto i Beatles, in tournée in Italia.[3]
Nel 1960 il teatro fu comprato da Giovanni Amati, produttore cinematografico che possedeva già altri cinema a Roma.
L'Adriano fu venduto nel 1984 alla società Acqua Marcia assieme ai ventitré cinema del gruppo Amati, facenti parte della società Safin, a causa dei debiti accumulati dal gruppo stesso. Nel 1993Cecchi Gori comprò cinque cinema, tra cui l'Adriano, e nel 1994 rilevò l'intero circuito Safin. Da questo momento si iniziò a parlare di una ristrutturazione del complesso, cosa che fu messa in pratica nel 1998. Vani furono i tentativi di salvare l'interno della storica sala da parte di intellettuali e politici, tra i quali Angelo Bonelli, allora capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio e Luigi Cherubini, di Italia Nostra.
A seguito dei profondi lavori che comportarono la demolizione di tutte le strutture interne di entrambe le sale cinematografiche, l'intero stabile venne trasformato nella Multisala Adriano, inaugurata il 2 aprile del 2000 dotata di 10 sale di proiezione, per 2290 posti. Nonostante ciò l'edificio conserva ancora la facciata originale.
Nel 2009 in seguito al fallimento della Safin di Cecchi Gori la Multisala fu comprata da Massimo Ferrero, che ne è tuttora proprietario, assieme ad altre nove sale cinematografiche.[4]