La tavolozza del tributo libico (o anche tavoletta libica) è un importante reperto archeologico egizio, datato attorno al 3100 a.C. La tavolozza fu trovata ad Abido, risale al periodo Predinastico ed è uno dei primi esempi di tavoletta celebrativa di un avvenimento importante. Entrambe le facce sono scolpite, ma la parte superiore è andata perduta. Ciò che rimane del rovescio della tavoletta mostra quattro registri: la divisione della scena in registri è una delle convenzioni artistiche che verrà seguita e rispettata lungo tutta la storia dell'Antico Egitto.
La tavoletta fa parte della collezione permanente del Museo egizio del Cairo.[1]
La tavolozza è alta 19 cm e larga 22 cm. È incisa in un singolo pezzo di scisto.
Nel primo registro di questo lato sono presenti dei buoi dagli occhi stilizzati e muscoli che ne sottolineano la forza; nel secondo si vedono degli asini ben nutriti; nel terzo vi è una fila di tre arieti , con un quarto ariete che guarda all'indietro ed è rappresentato in scala minore, forse per mancanza di spazio o per la volontà dell'artista di creare vivacità nella scena, evitando la monotonia di una fila di animali tutti uguali. Il quarto registro mostra otto alberi, probabilmente ulivi.
A destra si può trovare uno dei più antichi esempi di scrittura fino ad ora rinvenuti: la parola tehenw, nome della regione del Delta occidentale, che includeva parte della moderna Libia; ciò ha fatto ritenere gli studiosi che la tavolozza celebri una vittoria sui Libici.
Sull'altro lato sono rappresentate sette città, ciascuna con il proprio nome, raffigurate come luoghi recintati e fortificati. Sopra ogni fortificazione si trova un animale: un leone, uno scorpione e un falco che ghermisce un piccione, simbolo probabilmente della fondazione di queste città.
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