La tavola spinale o asse spinale è un presidio utilizzato per l'estricazione, immobilizzazione, raccolta e brevi spostamenti di vittime di trauma[1].
La tavola spinale è stata concepita per ottenere l'immobilizzazione e la contenzione dell'intero corpo mantenendo l'allineamento della testa, del collo e del tronco del paziente politraumatizzato. Viene quindi utilizzata in caso di incidenti traumatici in cui si sospettano lesioni alla colonna vertebrale. Non è classificata come barella, quindi per il trasporto della vittima per lunghi tratti deve essere associata ad altri presidi rigidi (toboga).
Una buona tavola spinale deve avere queste caratteristiche:
ottima rigidezza (deve mantenere la forma anche in presenza di carichi notevoli minimo richiesto dalla normativa di 150 kg)
versatilità (può essere utilizzata per diversi tipi di pazienti, lesioni e frangenti)
isolamento termico
maneggevolezza; impugnature solide e fissaggi adeguati (numero di fori adeguati che permettano una buona presa da parte dei soccorritori e un adeguato posizionamento dei sistemi di fissaggio)
L'utilizzo della tavola spinale non esclude l'uso degli altri presidi di immobilzzazione. Quando ci si trova di fronte ad un paziente politraumatizzato è d'obbligo l'immobilizzazione della colonna vertebrale per non provocare al paziente altre lesioni. Per questo motivo l'uso della tavola spinale deve essere preceduto dal posizionamento del collare cervicale e seguito dal posizionamento del fermacapo e dal ragno per bloccare il paziente sulla tavola spinale.
L'associazione di tutti questi presidi, e il loro corretto uso, permette di trasportare il paziente in posizione verticale (per farlo scendere ad esempio da un dirupo) e di ruotarlo di 90°, se dovesse ad esempio vomitare.
La tavola spinale può essere utilizzata per i bambini con peso maggiore di 25kg e adulti fino a 150kg (esistono comunque modelli con portate superiori). Se il bambino pesa meno di 25 kg si utilizza la tavola spinale pediatrica.
L'utilizzo della tavola spinale prevede la presenza di almeno tre soccorritori qualificati, in quanto uno, il leader, si occupa di immobilizzare il capo, e gli altri due si occupano di muovere il corpo tenendo la colonna vertebrale in asse.
In caso di sospetta lesione alla colonna, il primo soccorritore dovrà valutare le funzioni vitali dell'infortunato avendo cura di fermare la testa nella posizione nella quale si trova ed effettuare una chiamata di emergenza specificando all'operatore di centrale che si tratta di sospetta lesione di colonna. Si dovrà evitare di muovere l'infortunato per qualsiasi motivo, tranne che in stato di necessità, ovvero quando esista una reale ed imminente causa di aggravamento delle condizioni del paziente (es. un incendio nell'abitacolo in cui è l'infortunato, rischio imminente di frana, rischio di folgorazione da alta tensione, annegamento se l'infortunato è prono in una pozza d'acqua, arresto cardio-polmonare, e così via). Se il paziente deve essere spostato è bene che l'allineamento venga garantito il più possibile:
in caso di infortunato steso supino, se il soccorritore è da solo lo trascini dai piedi, se si è in due un soccorritore stia alla testa della vittima bloccandola e l'altro lo trascini sempre per i piedi
in caso di infortunato prono, tentare una manovra di pronosupinazione tenendo in asse con un braccio il collo e la prima parte della schiena e girando il paziente con l'altro braccio
Si ricorda che tutte queste manovre sono altamente pericolose, in quanto pregiudicano il buon soccorso perché mettono la vita del paziente a repentaglio. Il personale non qualificato dovrebbe ricorrere a queste manovre solo se costretto dallo stato di necessità. Dopo aver messo la scena in sicurezza iniziare con le manovre di rianimazione.