Il 1920 iniziò male per il comitato organizzatore della Targa Florio, guidato da Vincenzo Florio: durante un temporale in primavera, un fulmine aveva colpito la tribuna in legno a Cerda, che poi prese fuoco. Anche le corsie dei box avevano preso fuoco a causa di scintille volanti, che, come le tribune, vennero completamente distrutte. Nel 1920 la gara avrebbe dovuto svolgersi di nuovo nella data originaria di maggio, ma il grande incendio la fece posticipare al 25 ottobre. Florio trasferì la linea di partenza e di arrivo alla stazione ferroviaria di Cerda e costruì tribune fortificate, sale e aree di fossa in cemento.
La concorrenza più forte è venuta dalle vetture Alfa Romeo della Fabbrica Italiana Automobili Torino e dalle vetture da corsa di Felice Nazzaro. Enrico Restelli ha guidato una Restelli /1.5 della sua propria azienda (la Officine Meccaniche Isola Bella) mentre Maria Antonietta Avanzo è stata la prima donna in Italia a guidare nella Targa Florio.
Gara
Il tempo era brutto come l'anno scorso: i temporali autunnali avevano riportato di nuovo temperature rigide e forti piogge, che resero difficoltosa la guida su strade parzialmente sterrate. Delle tre Alfa Romeo, solo una è arrivata al traguardo. Giuseppe Baldoni uscì di pista su un passaggio di montagna e scivolò attraverso un prato bagnato dalla pioggia in un fosso, dove l'auto andò in stallo a causa di una sospensione anteriore rotta. Il magnete della vettura di Campari al terzo giro cominciò ad avere problemi nel funzionamento. Enzo Ferrari, invece, arrivò secondo, a 12 minuti dal vincitore della gara Guido Meregalli a bordo della Nazzaro Tipo 5/4.4.