Secondo alcuni Tanchelmo, di cui data e luogo di nascita sono sconosciuti, era un monaco, secondo altri un laico[1]. Forse apparteneva alla cerchia del conte Roberto II di Fiandra (1092–1111). Dal 1112 predicò ad Anversa, nel Ducato di Brabante, nelle Fiandre e in Zelanda contro la chiesa ufficiale e la sua gerarchia e contro la presenza reale nell'Eucaristia. Si oppose al pagamento delle decime e condannò quei sacerdoti che vivevano con le donne. Esortava i cristiani a non ricevere i sacramenti, che riteneva privi di validità.[1]
A quanto pare si trovava anche a Roma, dove avrebbe fatto una campagna, senza risultato, per un'estensione del vescovado di Thérouanne per coprire le isole della Schelda. Fu brevemente arrestato a Colonia nel 1113/1114 ma nuovamente rilasciato, nonostante le vigorose proteste del clero della cattedrale di Utrecht. Nel 1115, fu ucciso da un sacerdote durante un viaggio sull'acqua.[2]
I seguaci di Tanchelmo, che si dice si sia lasciato venerare quasi fino al culto, si trovarono ancora per un periodo dopo la sua morte ad Anversa; nel 1124 San Norberto di Prémontré predicò contro le loro eresie.
Note
^abAndrea Del Col, L'inquisizione in Italia, Mondadori, 2021, p. 46