Il Super Trouper citato dal titolo si riferisce al più famoso seguipersona ("occhio di bue") utilizzato in quegli anni, apparecchio che infatti si vede all'inizio del video che accompagna la canzone omonima all'album.
Il brano, in stile discomusic, Lay all your love on me è stato pubblicato solo su 12" (con il lato B anch'esso di matrice disco On and on and on). Il suo piazzamento al 6º posto della Top Ten britannica, pur essendo lontano dagli standard a cui erano abituati gli ABBA, rappresenta il migliore piazzamento per un singolo in questo formato.
Il brano The Piper è vagamente ispirato alla famosa storia de Il pifferaio magico, ma il paroliere Björn Ulvaeus ha citato il romanzo L'ombra dello scorpione (The Stand) di Stephen King come fonte di ispirazione. Il brano è molto diverso dalle canzoni più tradizionali che gli ABBA avevano registrato fino a quel momento, in particolare per i testi oscuri che trattano della seduzione dei leader dittatoriali e per un suono un po' medievale (batteria, flauto, corale) che non si riscontrano nelle loro canzoni precedenti.[8] È anche l'unica canzone degli ABBA in cui una parte del ritornello è in latino, il che la rende un unicum nella produzione musicale del gruppo.
A chiusura dell'album il brano The way old friends do è la canzone di chiusura di molti loro concerti dal vivo, quale dedica al loro pubblico. Anche in questo album la versione (l'unica mai edita) è dal vivo, presa da uno dei concerti nello stadio di Wembley a Londra.
Trascinato dal successo dei due singoli estratti The Winner Takes It All e l'omonima Super Trouper, l'album fu il sesto consecutivo a saldarsi alla prima posizione della classifica in Regno Unito, dove resse per nove settimane.
^Palm, Carl Magnus (2001). Bright Lights, Dark Shadows: The Real Story of Abba. Omnibus Press. ISBN 978-0711983892. Altri soggetti lirici nuovi per gli ABBA includevano quello delle minacce fasciste, introdotto in "The Piper" dal suono medievale. Le parole sono state ispirate da uno dei personaggi principali del romanzo di Stephen King del 1978 The Stand , un leader carismatico sullo stampo di Adolf Hitler. "I testi affrontano la paura che arriverà il momento in cui le persone vorranno di nuovo un leader del genere", ha spiegato Björn Ulvaeus.