Suore del Sacro Cuore e dei poveri

Le Suore del Sacro Cuore e dei poveri (in spagnolo Hermanas del Sagrado Corazón y de los Pobres; sigla H.S.C.P.) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio.[1]

Storia

La congregazione fu fondata da Atenógenes Silva y Álvarez Tostado insieme con Isaura de la Cueva Ramírez: mentre era canonico cattedrale di Guadalajara, Silva diede vita all'ospedale del Sacro Cuore e ne affidò la direzione a un gruppo di laiche secolari, anche se aveva già idea di istituire una congregazione di suore; nel 1888 iniziò a prestare servizio mell'ospedale Isaura de la Cueva, che l'anno successivo divenne direttrice dell'ospedale e diede alla comunità che lo gestiva un carattere religioso.[2]

Verso la fine del 1896 Isaura de la Cueva, insieme con tre compagne, si trasferì a Colima, città di cui Silva era stato eletto vescovo, e assunse la direzione dell'Asilo guadalupano per donne anziane e bambine. La comunità si orientò ancor più alla vita religiosa e il 12 dicembre 1899 il vescovo Silva eresse la pia unione in congregazione di diritto diocesano, dando alle religiose il titolo di "Propagatrici del culto del Sacro Cuore e sorelle dei poveri".[2]

Quando Silva fu promosso alla sede metropolitana di Michoacán, nel 1901 le suore decisero di seguirlo e trasferirono la loro sede a Morelia, dove assunsero la cura dell'orfanotrofio del Sacro Cuore.[2]

Sotto i governi di Venustiano Carranza e Plutarco Elías Calles le suore furono disperse e videro confiscati i loro beni. Alcune religiose continuarono la vita comune in clandestinità e, con l'aiuto di alcuni missionari dello Spirito Santo, rividero le loro costituzioni: dopo il 1940, terminate le persecuzioni, poterono accogliere nuove postulanti e aprire case.[2]

Le suore mutarono la loro denominazione in "Suore del Sacro Cuore e dei poveri" nel 1976.[3] Ottennero l'approvazione pontificia il 12 dicembre 1982.[2]

Attività e diffusione

Le suore si dedicano ad attività educative e a opere di assistenza.[2]

La sede generalizia è a Morelia.[1]

Alla fine del 2015 l'istituto contava 170 religiose in 29 case.[1]

Note

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2017, p. 1611.
  2. ^ a b c d e f Giancarlo Rocca, DIP, vol. VIII (1988), col. 358.
  3. ^ Giancarlo Rocca, DIP, vol. VIII (1988), col. 359.

Bibliografia

  • Annuario Pontificio per l'anno 2017, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2017. ISBN 978-88-209-9975-9.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
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