Nicolò Tommaseo, riportando il Meini, lo compara col legnaiuolo e nota che lo stipettaio "fa stipi, forzieri e altri mobili di più costo", nonché "mense impiallacciate ed intarsiate"; tuttavia l'autore esprime aperta preferenza per il "rozzo legnajolo" e sulla differenza di effetti dei rispettivi prodotti osserva: "ivi mondezza senza ricercature; qui modi stomachevoli, sino al vaso per isciacquarsi la bocca, come tanti porci al trogolo, In presenza di tutti"[1].
Lo Janni attribuisce allo stipettaio una sorta di specializzazione nella giunzione a mortasa e tenone delle tavole del fasciame delle imbarcazioni dell'età antica[2].