Con il connazionale Gert-Jan Theunisse, amico e compagno di squadra alla Panasonic ed alla PDM,[1] fu tra i protagonisti al Tour de France sul finire degli anni ottanta. Nell'edizione 1988, in cui avrebbe dovuto correre come gregario di Greg LeMond, poi assente perché infortunato, vinse la maglia a pois di miglior scalatore, primo olandese a riuscirvi, aggiudicandosi anche il secondo posto finale, a 7'13" dal vincitore Pedro Delgado, e la tappa con arrivo sullo storico traguardo dell'Alpe d'Huez.[1] Altre due volte si piazzò nei primi dieci alla Grande Boucle, nono nel 1986 e settimo nel 1989, quando ottenne un'altra vittoria di tappa.
Nel dicembre 1999, ospite, insieme a Peter Winnen e Maarten Ducrot, del programma televisivo Reporter, ammise di aver utilizzato testosterone e anfetamine durante i tredici anni di carriera. Denunciò anche la pratica del doping di squadra, comune presso sei formazioni olandesi degli anni ottanta (TI-Raleigh, Panasonic, PDM, Buckler, TVM e Kwantum Hallen-Yoko), i cui medici prescrivevano ai propri atleti prodotti vietati come testosterone, anfetamine e corticosteroni.[2][3] Nel giugno 2009 venne pubblicato Het laatste geel, libro del giornalista olandese Mart Smeets: all'interno dell'opera Rooks ammetteva di aver utilizzato anche EPO, a partire dal 1989.[4]