Nacque a Canzo in Brianza nell'anno 1768 da "genitori di onesta fortuna" secondo quanto riporta Cesare Cantù[1]. Laureatosi in legge divenne giudice a Lecco e a Modena sotto il Regno d'Italia, quindi a Casalmaggiore e concluse la sua carriera di magistrato come consigliere pretore in Varese sotto il governo austriaco[2],[3].
Durante il decennio napoleonico svolse anche l'attività di notaio a Canzo, l'archivio degli atti di questa sua attività è conservato presso l'Archivio di Stato di Como[4].
È ricordato come giurista e studioso per la pubblicazione dei suoi Commenti al codice penale austriaco che diedero molti chiarimenti su questa difficile materia coadiuvato dal collega ed amico avv. Antonio Gaudiosi. Questo trattato è ancor oggi utilizzato per
studiare il funzionamento della giustizia austriaca del tempo e comprendere il ruolo del giudice e dell'avvocato al tempo[5]
Fra le sue opere si ricorda la raccolta di lettere, da lui dedicate al suo figlio Celestino, scritte con intento pedagogico moralista, a prefiggere una norma di comportamento nelle diverse vicende della vita sociale, ma che coprono vari argomenti spaziando da annotazioni sul gioco a soggetti di interesse locale come le epistole su Canzo, le miniere d'Idria, Fiumelatte, il caffè di Desio, la cerimonia dell'Intierro e pubblicate nel 1817 e giudicate da un commentatore del tempo come "fatte per andar con profitto e con gradimento nelle mani di ognuno, e specialmente de'giovanetti a cui son destinate, e concordiamo coll'editore ove dice, non sapere se altra operetta di simil genere possa ottenere il difficile intento d'istruire e dilettare con egual buon successo"[6].
Abile in più di un'arte cavalleresca, scrisse un saggio al tempo molto noto sull'arte di educare ed ammaestrare i cavalli[2][7]in cui definiva "La Cavallerizza, ossia Maneggio" come "l'arte di ammaestrare l'uomo ad ammaestrare i cavalli ad uso di cavalcare, ed a servirsi degli ammaestrati".
Mori' nell'aprile del 1835 a causa della gangrena conseguente a un'ulcera della gamba[2].
Note
^vedi Capitolo LVII - Uomini Illustri Recenti E Contemporanei. in C. Cantu, Le Vicende Della Brianza
^abcvedi lemma a firma Michele Sartorio a pag 304 in De Tipaldo
^vedi pag 504 in Almanacco imperiale reale per le provincie del Regno Lombardo-Veneto soggetto al governo di Milano per l'anno 1825, Milano, Imp. R. Stamperia
^Archivio di Stato di Como, su decennionapoleonico.it. URL consultato l'8 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
^Si veda i riferimenti all'opera in Loredana Garlati, Quando il diritto si fa giustizia: il ruolo del magistrato penale nel Regno Lombardo-Veneto, Acta Histriae, 17 • 2009 • 3 online[collegamento interrotto]
^vedi pp 41-45 Lo spettatore italiano ovvero mescolanze di poesia, di filosofia, di novelle, di letteratura, di teatro, di belle arti e di bibliografia. Tomo ottavo, Milano Presso Gli Editori A. F. Stella E Comp. 1817
^vedi pag. 81 in Frederick Henry Huth, Works on Horses and Equitation: A Bibliographical Record of Hippology,Georg Olms Verlag, 1887
Bibliografia
Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo 18., e de' contemporanei compilata da letterati italiani di ogni provincia e pubblicata per cura del professore Emilio De Tipaldo, Volume Terzo, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1836
Opere
Lettere di Stefano Arcellazzi a suo figlio Celestino, 208 pp, Milano, Carlo Dova, 1817
Osservazioni teoretiche di Stefano Arcellazzi al codice penale universale austriaco. Parte prima. Sezione prima. Dei delitti e delle pene, coll'applicazione delle leggi romane ed indicazione delle notificazioni e delle circolari al medesimo relative., Casalmaggiore, Pe' Fratelli Bizzarri, 1822, Codice SBN MILE005633 testo digitalizzato online
Lezioni di cavallerizza dedicate all'ombra del conte Gaetano Battaglia., 201 pp., Modena, per G. Vincenzi e c., 1813