Transitano per questa stazione circa 11 000 passeggeri al giorno, ovvero oltre 4 milioni all'anno[2]; quotidianamente vi partono circa 190 treni e altrettanti ne arrivano[3].
La stazione di Ancona è raccordata con la stazione di Ancona Marittima, chiusa al traffico dal 13 dicembre 2015[4] e di cui si progetta la riapertura[5].
Storia
Inaugurazione e apertura delle linee per Bologna e per Lecce
Contrariamente a molte altre stazioni centrali, quella di Ancona non fu costruita nei pressi delle mura che cingevano il nucleo storico della città, ma a circa un chilometro da Porta Pia, in un'area allora completamente periferica[8]. Ciò fu dovuto alla particolare conformazione geografica del centro di Ancona, che sorge su un promontorio e dunque è circondato per due lati dal mare[9][10]. Fu solo dopo la realizzazione della stazione che le zone circostanti, gradatamente, furono edificate e divennero semi-centrali.
Il 13 maggio 1863 fu inaugurata la prima tratta della ferrovia Ancona-Lecce: quella sino a Pescara, alla presenza del futuro re Umberto I[11]; la linea fu prolungata sino a Ortona il 15 settembre 1863, sino a Foggia il 25 aprile 1864, sino a Brindisi il 29 aprile 1865 e sino a Lecce 15 gennaio 1866.
Nel 1878 fu inaugurata la rete tranviaria di Ancona e i tram a cavalli permisero di giungere comodamente dalla stazione al centro cittadino e nel cuore della periferia storica.
La Valigia delle Indie
Il completamento della tratta sino a Brindisi, nel 1865, l'apertura del Canale di Suez, nel 1869, e quella del Traforo del Frejus, nel 1871, resero possibile la realizzazione di un progetto da lungo atteso in Italia e in Gran Bretagna: far passare in Italia la Valigia delle Indie[12], il percorso internazionale ferroviario e marittimo che collegava settimanalmente Londra a Bombay, mettendo in contatto la Gran Bretagna con la capitale della sua più importante colonia dell'Ottocento, l'India. Sulle tratte marittime il servizio utilizzava i piroscafi della società londinese Peninsular and Oriental Steam Navigation Company.
A partire dal 1871 tale percorso entrava in Italia attraverso il Traforo del Frejus, aperto in quell'anno, passava per la stazione di Ancona e arrivava a Brindisi, dove proseguiva su piroscafo sino ad Alessandria d'Egitto, poi di nuovo il treno sino a Suez, e infine ancora in piroscafo sino a Bombay, da cui si poteva proseguire per via ferroviaria sino a Calcutta.
In Italia, il percorso della Valigia delle Indie fu attivo nel periodo 1871 - 1914, anno in cui, non avendo il governo effettuato i lavori richiesti dalla compagnia di navigazione nel porto di Brindisi, esso fu giudicato inadeguato e sostituito dal porto di Marsiglia, cosa che tagliò completamente fuori l'Italia[13].
Stazione di partenza della Valigia delle Indie, a Londra
La RA 1877, locomotiva che effettuava servizio sulla Valigia delle Indie
Stazione di arrivo della Valigia delle Indie, a Bombay
Apertura delle linee per Roma e per Ancona marittima
La ferrovia Ancona-Roma fu inaugurata il 29 aprile 1866; era la prima comunicazione ferroviaria trasversale tra il Tirreno e l'Adriatico, in ambito nazionale[12]. Essendo Roma ancora la capitale dello Stato della Chiesa, la ferrovia doveva attraversare tre volte il confine: da Roma a Passo Corese attraversava il territorio pontificio, proseguiva poi per 29 chilometri in territorio del Regno d'Italia, fino a Colle Rosetta di Magliano Sabina, poi di nuovo percorreva lo Stato Pontificio per altri 20 chilometri e rientrava definitivamente nel territorio italiano a 25 km da Terni[15]. Solo con il dissolvimento dello Stato della Chiesa, nel 1870, la ferrovia Ancona-Roma poté evitare questi passaggi di confine.
Il 22 maggio 1906 venne attivata la linea per la Ancona Marittima, per dotare il porto di servizio ferroviario per merci e passeggeri[16].
Il 16 settembre 1907 venne raddoppiata la tratta tra Ancona Centrale e Falconara Marittima[17], per adeguarla all'inteso traffico, dovuto al fatto che essa era, ed è tuttora, utilizzata sia dalla linea Ancona-Bologna, sia da quella Ancona-Roma.
Elettrificazione e prospettive future
L'elettrificazione della linea Ancona-Bologna ci fu nel 1938 e quella delle linee Ancona-Roma e Ancona Centrale-Ancona Marittima nel 1939; la linea per Lecce, invece, fu elettrificata solo in anni molto più recenti, tra il 1947 (sino alla stazione di Ancona Varano) e il 1996 (sino a Lecce)[18].
Il prossimo obiettivo è il completamento del raddoppio dell'Ancona-Roma, già realizzato in alcuni tratti[19].
Nel 1909 le linee di tram che servivano la stazione centrale furono elettrificate. Il 15 marzo 1949 il servizio fu sospeso a causa dei danni subiti nel corso dei bombardamenti sulla città del 1943-1944 e sostituito dai filobus. Da allora è la rete filoviaria di Ancona a collegare la stazione centrale al centro e alla periferia[20]. È in via di realizzazione il nuovo terminale degli autobus extraurbani situato nei pressi del piazzale ovest; nella stessa area verrà realizzato anche un parcheggio per coloro che vogliono recarsi in stazione con il proprio autoveicolo[21].
Storia degli edifici
Il primo fabbricato della stazione risale al 1861; nel 1879 fu sostituito da un nuovo edificio, per adeguarlo al maggior traffico.
L'ingegner Rinaldo Rinaldi fu l'autore del progetto del nuovo fabbricato[22], che seguiva lo stile eclettico tipico delle stazioni ottocentesche, con facciata esterna caratterizzata da un avancorpo porticato a cinque arcate e con frontone, e da grandi spazi interni, con ampi portoni e vetrate, pareti lavorate e volte molto alte. Per coprire i binari era stata realizzata un'ampia tettoia metallica voltata a botte ribassata, progettata dall'ingegner Ottavio Moreno, secondo i dettami dell'architettura del ferro[23].
Nel periodo tra le due guerre mondiali, nel 1926, gli interni del fabbricato viaggiatori furono oggetto di una progettazione ad opera di Guido Cirilli, che rinnovò la sala d'aspetto e la sala della biglietteria, in cui inserì una lapide-monumento ai ferrovieri caduti[25].
Al termine del conflitto fu quindi necessario realizzare un nuovo edificio, progettato in stile razionalista dall'architetto Paolo Perilli e inaugurato il 18 agosto 1948. La tettoia distrutta venne sostituita da pensiline su ogni marciapiede[27].
Negli anni ottanta, nei pressi dell'ex magazzino postale, venne costruita la chiesetta della stazione, arredata utilizzando materiale ferroviario di scarto[28], con annesso un piccolo museo, conservante oggetti ferroviari desueti[11]. L'acquasantiera è sostenuta da due tratti di binario curvati, la sacrestia ha gli arredi e le lampade di uno scompartimento di seconda classe di qualche decennio fa, i servizi igienici provengono anch'essi da un treno d'epoca.
Strutture e impianti
Il fabbricato viaggiatori è costituito da un edificio in muratura su due livelli. Al piano inferiore si trovano i servizi offerti alla clientela come biglietteria, sala d'attesa, bar, mentre al piano superiore ci sono uffici di Trenitalia. La stazione è anche dotata di una sede della polizia ferroviaria e di una cappella.[29]
All'interno si contano dieci binari per il servizio viaggiatori, di cui sette passanti e tre tronchi, quest'ultimi serviti dal piazzale ovest e usati soprattutto per i convogli della linea Roma-Ancona e i collegamenti regionali della direttrice Ancona-Piacenza. Tutti i marciapiedi sono muniti di pensilina e sono serviti da quattro sottopassaggi, di cui uno attrezzato con ascensori e scale mobili.
un Magazzino ricambi, il secondo in Italia per valore dei pezzi trattati[30]
Dal 13 marzo 2012, la stazione è raccordata con lo scalo merciNuova Darsena dal quale partono convogli che trasportano merci provenienti dal porto di Ancona[32].
Tra il 2009 e il 2016 sono stati effettuati interventi di recupero e adeguamento funzionale del fabbricato viaggiatori e degli impianti tra cui: rifacimento di alcuni marciapiedi con adeguamento allo standard europeo, rifacimento degli impianti di comunicazione, ristrutturazione del piazzale Ovest, della sala d'aspetto, di alcune pensiline e sottopassi, dei servizi igienici[33][34][35] e, infine, l'installazione dell'Apparato Centrale Computerizzato (ACC) in sostituzione dell'Apparato Centrale Elettrico a Itinerari (ACEI) già in uso dagli anni 60[36].
Movimento
Il movimento passeggeri ammonta a oltre 11000 passeggeri al giorno, ovvero oltre 4 milioni all'anno[2].
Dai 10 binari della stazione di Ancona, partono giornalmente circa 190 treni regionali, regionali veloci e Frecce di Trenitalia, e altrettanti ne arrivano[3].
La stazione di Ancona è servita da treni Nightjet estivi diretti a Monaco di Baviera Centrale e Vienna[37]. Sono attivi collegamenti a media e lunga percorrenza operati da Trenitalia, nonché dai servizi regionali svolti anch'essi da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Marche. Dal gennaio 2020 opera anche Trenitalia Tper che assicura i collegamenti con treni regionali veloci tra Ancona e Piacenza.
Per raggiungere i rioni centrali della città, i viaggiatori possono servirsi della linea 1/4 con destinazione P.zza IV Novembre; per raggiungere il centro scambiatore di piazza Ugo Bassi è possibile utilizzare la stessa linea, ma con destinazione Tavernelle. La fermata della stazione F.S. è servita inoltre da molte linee dirette verso la periferia nord e sud della città, oltre che da linee extraurbane.
^Nei tabelloni è riportata semplicemente la denominazione Ancona, ma è parimenti detta, anche ufficialmente, Ancona centrale. Si riportano alcuni esempi:
^ Glauco Luchetti, Ancona: Piazzaforte del Regno d'Italia, in: 'Studi Storico Militari, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, 1993.
^ Claudio Cerioli, Da Camerino al mondo, Salò (BS), ETR, 1985, ISBN88-85068-20-0.
^Giuseppe Guidi Buffarini, L'elettrificazione ferroviaria in Italia ha compiuto 100 anni, in Ingegneria ferroviaria, vol. 58, n. 7-8, 2003, ISSN 0020-0956 (WC · ACNP).
^L'ingegner Rinaldo Rinaldi (1849-1924) fu Direttore Generale ad honorem delle Ferrovie dello Stato; nel progetto della stazione di Ancona collaborò con l'ingegner Dionigi Ruva, uno dei più grandi ingegneri ferroviari del tempo. Si veda: