Nei primi anni settanta venne assegnato all'organizzazione che sovrintendeva al nuovo sistema di allarme precoce che doveva rilevare i lanci di missili balistici da parte dei paesi NATO.[1][4] Il 26 settembre 1983 identificò un falso allarme missilistico - prendendo difficili decisioni al limite delle sue prerogative e dei regolamenti preposti - evitando così il più che probabile scoppio di un conflitto nucleare mondiale.[5][6]
Morì all'età di 77 anni il 19 maggio 2017 a causa di una polmonite. La notizia del suo decesso fu resa pubblica soltanto quattro mesi dopo.
Vita privata
Petrov era sposato con Raisa ed ebbe due figli, Dmitrij ed Elena. Sua moglie morì di cancro nel 1997.[1]
Intorno alla mezzanotte del 26 settembre 1983 il tenente colonnello Petrov, di stanza alla base militare sovietica Serpukhov-15 ove vengono analizzati i segnali dei satelliti Oko adibiti alla localizzazione di missili nemici, rileva 5 missili intercontinentali con testate atomiche diretti verso l'URSS. Analizzando l'evento rilevato, contravvenendo ai protocolli, non comunicò la segnalazione ai superiori evitando così una rappresaglia sovietica. Ritenne infatti che, qualora gli Stati Uniti d'America avessero voluto attaccare l'URSS, non avrebbero usato solo 5 testate.
Soltanto dopo si scoprì che l'allerta era scattata a causa dei riflessi del Sole sui satelliti sovietici, i quali avevano codificato quei bagliori come lanci missilistici.
La vicenda divenne nota soltanto nel 1988 quando un generale russo definì Petrov come "l’uomo che aveva salvato l’umanità"[7].
Il 23 giugno 2004 il Senato australiano si è congratulato con Petrov per il premio appena ricevuto in riconoscimento per le sue azioni.[10]
Il 19 gennaio 2006 ha ricevuto un secondo riconoscimento dall'AWC presso l'auditorium Dag Hammarskjöld della sede ONU di New York.[11]
In Germania, nel 2011, gli è stato conferito un premio dedicato a chi ha apportato significativi contributi alla pace nel mondo, per aver scongiurato una guerra nucleare potenziale, il German Media Award (Deutscher Medienpreis), ritirato a Baden-Baden il 24 febbraio 2012.
Il 18 aprile 2017 viene pubblicato un libro, L'uomo che fermò l'apocalisse, del conduttore televisivo italiano Roberto Giacobbo scritto con Valeria Botta, che tratta il fatto accaduto al militare sovietico[14].
^ab Salvo Toscano, Stanislav Petrov, l'eroe sconosciuto, su Parole Corsare. URL consultato il 20 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2016).
^WELCOME TO THE ASSOCIATION OF WORLD CITIZENS, su worldcitizens.org:80, Association of World Citizens. URL consultato il 22 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2010).
^ Anastasiya Lebedev, The Man Who Saved the World Finally Recognized, su worldcitizens.org, Association of World Citizens. URL consultato il 7 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011).
^ Roberto Giacobbo e Valeria Botta, L'uomo che fermò l'apocalisse, su railibri.rai.it, Edizioni Rai Eri, 2017, ISBN88-397-1707-2. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2022).