L'abitato si sviluppa in zona pianeggiante a 19 m s.l.m. circa, fra la borgata Torre/Licinella e il Monte Calpazio. In base all'ultimo censimento (2001) ha 74 abitanti.
Il territorio dall'epoca medievale è stato un feudo ed è appartenuto a diverse famiglie nobili fra cui i Sanseverino che nel 1466 lo vendettero ai Brancaccio e nel 1536 venne acquistato da Giovanni Michele Gomes.[2]
A seguito della Riforma agraria il latifondo venne suddiviso in poderi assegnati dapprima ad abitanti di Capaccio, ed in seguito acquistati da contadini provenienti da Pontecagnano Faiano.[3]
Monumenti e luoghi d'interesse
Il principale edificio storico del territorio è la Masseria Baronale, risalente al XVIII secolo. Realizzato su due livelli è dotato di una corte, una cappella in stile barocco, case coloniche, fienili e scuderie.
Rinvenimenti archeologici
Fra il 1972 e il 1973 è stata scoperta una necropoli lucana comprendente 180 tombe.[4]
In località Tempa del Prete, durante la campagna di scavi effettuata tra il 1953 e il 1968 è stata rinvenuta una necropoli, databile fra il V secolo a.C. e il IV secolo a.C., comprendente una superficie di 1,45 ha. Il rinvenimento più famoso fu la Tomba del Tuffatore.[5]
Note
^In base all'attuale statuto comunale di Capaccio, le frazioni vengono definite borgate
^Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea, in genmarenostrum.com
^A. Pontrandolfo, Trasformazioni nella società pestana dell'inoltrato IV secolo in M. Cipriani, F. Longo (a cura di), Poseidonia e i Lucani, 1996, pp. 289-295. Atti del XXVII Convegno di studi sulla Magna Grecia, Napoli 1988
^Greco E. "Ricerche sulla Kona poseidoniate: il paesaggio agrario dalla fondazione della città alla fine del IV secolo a.C.", in "Dialoghi di archeologia", n.s. 1/2, 1979, pp.7-26