Sperandea o Sperandia (Gubbio, 1216 – Cingoli, 11 settembre 1276) è stata una badessa e santa italiana.
Vita
Sappiamo pochissimo della vita di Sperandea. Probabilmente fu una trovatella, in quanto il nome "Sperandea" era sovente dato ai bambini proietti.[1] Tuttavia, sappiamo per certo che nacque a Gubbio nel 1216.[2] La tradizione popolare la vuole parente del vescovo Sant'Ubaldo Baldassini, ad ogni modo non esiste alcun documento ufficiale che attesti ciò. Sempre secondo i racconti popolari, intraprese una vita da eremita già in giovane età, ritirandosi in preghiera in una grotta sul Monte Acuto.[3]
Dopo aver compiuto un pellegrinaggio in Terra Santa, trascorse i successivi dieci anni visitando le principali chiese di Roma e di tutta Italia. Successivamente, entrò nel piccolo Monastero Benedettino di San Michele situato a Cingoli, non lontano da Macerata, ove fu poi eletta badessa. Secondo una leggenda, si narra che Santa Sperandea, grazie all'azione della divina provvidenza, potesse offrire e donare verso la metà di gennaio delle deliziose ciliegie a tutto il paese.[3] Tale episodio è rievocato in un dipinto conservato nella Chiesa di Santa Sperandea a Cingoli di Pier Simone Fanelli, che raffigura un angelo che elargisce alla santa una cesta piena di ciliegie. Sperandea morì l'11 settembre 1276 a Cingoli per cause ignote.[2]
Culto
Nota per la sua devozione verso le preghiere e le pratiche di penitenza, Santa Sperandea è patrona, insieme a sant'Esuperanzio e san Bonfilio, del paese di Cingoli. Inoltre, dopo la sua morte le venne intitolato il Monastero di San Michele, ove condusse la sua vita monastica; i suoi resti invece riposano nella chiesa adiacente sempre al lei dedicata.[3]
Sperandea è raffigurata nella pala d'altare del 1539 di Lorenzo Lotto la Madonna del Rosario, dipinta per la chiesa di San Domenico a Cingoli e oggi conservata nel palazzo comunale del paese. Sperendea, che tiene in mano dei gigli e un crocifisso, si trova tra i santi Esuperanzio e Pietro da Verona, inginocchiati per adorare la Vergine. [4]
Annualmente, ogni agosto, si tiene un pellegrinaggio sul Monte Acuto nelle così dette Grotte di Santa Sperandea, ove la santa condusse la sua vita da anacoreta.[3][2]
Note