Nel 1451 sposò Eric di Pomerania-Wolgast, rendendolo così erede di tutti i territori di Eric di Pomerania, mentre Sofia rimase l'erede della sua fortuna privata: in quello stesso anno era deceduta, vittima di un'epidemia di peste imperversante in Pomerania, Alessandra, l'unica sorella di Sofia giunta all'età adulta.
Alla morte di Eric di Pomerania nel 1459, il marito di Sofia riunì la Pomerania unificando i suoi territori con quelli di Pomerania-Stolp e di Pomerania-Rügenwalde ottenuti tramite il suo matrimonio, mentre la moglie divenne unica erede della vasta fortuna ottenuta da Eric di Pomerania dai suoi ex regni in Scandinavia, così come quella da lui acquisita con la sua attività di pirateria sull'isola di Gotland.
Avendo Eric rifiutato alla consorte, che pure se ne sentiva autorizzata, l'esercizio di qualsivoglia potere sui territori che pure aveva acquisito tramite lei, la coppia si separò.
Sofia si trasferì nel castello di Rügenwalde con i suoi figli e il suo amante Hans Maszerski. Nel 1470, si rifiutò di finanziare la guerra del marito con il Brandeburgo. Rimase vedova nel 1474.
Secondo un'antica leggenda, Sofia avvelenò i figli Vartislao e Casimiro, ma quando tentò di avvelenare con un panino suo figlio Boghislao, egli fu avvertito dal suo giullare. Il panino fu dato ad un cane, che morì, e ciò costrinse Sofia a fuggire a Danzica.