La Siracusia (Syrakósia) fu una nave progettata da Archimede e costruita nel 240 a.C. circa da Archia di Corinto su ordine di Gerone II di Siracusa; fu successivamente regalata al re Tolomeo III di Egitto e rinominata Alessandria (Alexandris). È considerata tra le più grandi imbarcazioni dell'antichità.
Nelle fonti storiografiche
Di questa imbarcazione parla Moschione nei suoi scritti (citati da Ateneo di Naucrati ne I deipnosofisti)[1] in cui descrive l'equipaggiamento impreziosito da decorazioni e armi di difesa, nonché dalla presenza di uno scafo inaffondabile perché rivestito di piombo, contro gli speronamenti di altre navi. Era capace di portare un peso massimo di 1.000 tonnellate, 400 soldati e 100 passeggeri ospitati in apposite cabine. La nave aveva al suo interno una biblioteca, dei bagni e persino un tempietto dedicato ad Afrodite. Era inoltre dotata di tre grandi alberi, e per svuotare l'acqua delle sentine si usava un'apposita vite di Archimede. Per la difesa, infine, montava 8 piccole torrette e aveva in dotazione una gigantesca balista capace di scagliare dardi lunghi 6 metri e massi dal peso di 90 kg.[2]
«…egli indusse la predisposizione di assi, puntelli, piattaforme, ed ogni materiale d'uso generale, proveniente in parte dall'Italia ed in parte dalla Sicilia; le corde di canapa vennero dalla Iberia e, con della pece, anche dal fiume Reno; altro materiale venne dai posti più vari. Egli anche dispose di maestri d'ascia, e d'ogni artigiano utile al lavoro, affidando tutto nelle mani dell'architetto Corinzio Archias, incaricato di eseguire tutto a regola d'arte; ed egli stesso s'applicò diligentemente ogni qualvolta ciò lo richiese. Dopo sei mesi la nave era per metà costruita [...] e quando venne ultimata fu ricoperta con lastre di piombo. Circa trecento artigiani lavorarono coi vari materiali, per non dire dei loro assistenti. […] Poi tutta la costruzione fu adornata con pitture appropriate. Disponeva di otto torrette, di dimensioni adeguate a quelle della nave: due erano a poppa, due a prua e le altre al centro. Ai lati due salde gru vennero installate, e su loro vennero messe catapulte in grado di lanciar massi sui nemici che navigavano sotto costa. Sulle torri stavano quattro forti uomini ben equipaggiati, e due arcieri; all'interno di ogni torretta vi erano serbati macigni e giavellotti. Assieme ai merli di coperta, di traverso ad essa venne costruita un lancia sassi e giavellotti, dei primi poteva lanciarne di pesanti settanta chilogrammi, i giavellotti lunghi circa cinque metri poteva scagliarli fino a centottanta metri. Tale macchina venne costruita da Archimede»
Note
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