Sindrome di Pollyanna

Pollyanna in una cartolina degli anni '20

La sindrome di Pollyanna è la tendenza a ricordare oggetti ed eventi piacevoli più accuratamente di quelli spiacevoli.[1] È stata descritta da Margaret Matlin and David Stang nel 1978.[2]

Definizione

La psicologia cognitiva «parla di ottimismo idiota»,[3][4] ingenuo[4][5] od ottuso,[5] associandolo alla cosiddetta "sindrome di Pollyanna", dal nome di un famoso romanzo scritto nel 1913 dalla statunitense Eleanor Hodgman Porter (1868-1920) e che ha ricevuto due adattamenti cinematografici, Il segreto della felicità nel 1920 e il film Disney Il segreto di Pollyanna nel 1960, oltre ad aver ispirato una nota serie animata giapponese degli anni '80. La sindrome è difatti un'idealizzazione, un'estremizzazione del "gioco della felicità" che la protagonista mette in atto trovando lati positivi anche negli episodi avversi. «Tale sindrome consiste nel percepire, ricordare e comunicare in modo selettivo soltanto gli aspetti positivi delle situazioni, ignorando quelli negativi o problematici. [...] La credenza finale è [...] nella terra come un Eden».[3]

Note

  1. ^ Principio di Pollyanna: i rischi di un'eccessiva visione positiva, su State of Mind, 10 marzo 2023. URL consultato il 22 maggio 2023.
  2. ^ (EN) Margaret W. Matlin e David J. Stang, The Pollyanna Principle. Selectivity in Language, Memory, and Thought, Cambridge, Schenkman Publishing Company, 1978.
  3. ^ a b Luigi Anolli, L'ottimismo, Bologna, il Mulino, 2005, p. 103, ISBN 978-88-15-09866-5.
  4. ^ a b Antonella Delle Fave (a cura di), La condivisione del benessere. Il contributo della psicologia positiva, Milano, FrancoAngeli, 2007, p. 23, ISBN 978-88-46-48490-1.
  5. ^ a b Renato Cappelletti, Ottimismo, su abc-med.blogspot.it. URL consultato il 12 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2017).

Voci correlate

Collegamenti esterni

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