Non divenne rabbino, ma rimase al livello di "allievo", come Simeon ben Azzai, ed è spesso menzionato con quest'ultimo quale rinomato rappresentante di tale classe. Inoltre, come Ben Azzai, sembra esser appartenuto alla cerchia più ristretta dei discepoli di Joshua ben Hananiah, e si narra di una polemica halakhica tra di loro, in cui Ben Zoma fu il vincitore.[2]
Contemplazioni
L'erudizione di Ben Zoma nella Halakhah divenne proverbiale, infatti si diceva, "Chi vede Ben Zoma in sogno si è assicurato una cultura".[3] Era tuttavia noto come interprete delle Scritture ebraiche, cosicché si affermava, "Con Ben Zoma abbiamo perso l'ultimo degli esegeti" ("darshanim").[4] Ciò nonostante si conservano solo alcuni dei suoi detti esegetici. Il più noto di questi è la sua interpretazione della frase "ti ricorderai il giorno in cui sei uscito dal paese d'Egitto" (Deuteronomio 16:3[5]), per provare che la recitazione del passo biblico che si riferisce all'Esodo (Numeri 15:37-41[6]) è obbligatorio per la preghiera serale e anche per preghiera mattutina. Questa interpretazione, citata con lode da Eleazar ben Azariah[7], ha trovato posto nella Haggadah della notte di Pesach. In un'interpretazione halakhica, Ben Zoma spiega la parola "naḳi" (pulito/puro) in Esodo 21:28[8] facendo riferimento all'uso della parola nella vita quotidiana.[9]
Il soggetto principale della ricerca esegetica di Ben Zoma si concentrava sul primo capitolo della Torah, il Libro della Genesi. Una delle sue questioni, con la quale Simon esaminava criticamente la frase "Dio fece" (Genesi 1:7[10]), è stata tramandata dagli haggadistigiudei (sebbene senza risposta), col commento "Questo è uno dei passi biblici con cui Ben Zoma ha creato scalpore in tutto il mondo".[11] Una interpretazione del secondo verso dello stesso capitolo, è stata tramandata da una tradizione tannaitica,[12], insieme al seguente aneddoto: Joshua ben Hananiah un giorno stava camminando, quando incontrò Ben Zoma, che stava per passarlo senza salutare. Allora Joshua gli chiese: "Da dove vieni e dove vai, Ben Zoma?" L'altro rispose: "Ero sovrappensiero sul racconto della Creazione". Poi gli spiegò la sua interpretazione della Genesi 1:2[13]. Più tardi, quando ne parlò ai suoi discepoli, Joshua disse "Ben Zoma è fuori" (cfr Pardes e Shekhinah), intendendo che Ben Zoma aveva oltrepassato i limiti della ricerca permessa.
Infatti, Ben Zoma fu uno dei quattro saggi che entrarono nel "giardino" della conoscenza esoterica (cfr. anche Ben Azzai). Di lui si diceva che avesse conosciuto i segreti del giardino e fosse stato colpito da aberrazione mentale[14] I discepoli di Rabbi Akiva applicarono alle illimitate speculazioni teosofiche, per i quali Ben Zoma ebbe a soffrire, le parole di Proverbi 25:16[15]: "Hai trovato il miele? Mangiane quanto ti basta, per non esserne nauseato e poi vomitarlo."[16]
Insegnamenti
Anche le poche frasi di Ben Zoma che sono giunte fino a noi, mostrano la profondità dei suoi pensieri come, ad esempio, le sue riflessioni nel vedere grandi folle di gente:
«Ben Zoma, vedendo le folle sul Monte del Tempio, disse: "Benedetto Colui che ha creato tutto questo per soddisfare le mie esigenze. Con quanto doveva affaticarsi Adamo! Non poteva assaggiare un boccone prima di aver arato e seminato, e tagliato e legato i covoni, e battuto e vagliato e setacciato il grano, e macinato e setacciato la farina, e impastata e cotta, e poi mangiava; ma io mi alzo la mattina e trovo tutto già pronto davanti a me. Quanto si doveva affaticare Adamo! Non poteva indossare una camicia prima di aver tosato e lavato la lana, e averla pettinata, tinta e filata e tessuta e cucita, e poi si poteva vestire; ma io mi alzo la mattina e trovare tutto ciò pronto davanti a me. Quanti mestieri sono ansiosamente indaffarati la mattina presto; ma io mi alzo e trovo già tutto pronto davanti a me!"[17]»
Da notare anche le sue riflessioni sull'uomo come ospite di Dio in questo mondo:
«Un ospite riconoscente dice: "Che colui che ospita sia sempre ben ricordato! Quanti vini mi ha portato; quante porzioni mi ha posto davanti; quante torte mi ha offerto! Tutto quello che ha fatto, lo ha fatto per me." Ma l'ospite malevolo dice: "Che cosa ho dunque mangiato del suo? Un pezzo di pane, un boccone di carne. Che cosa ho bevuto? Un bicchier di vino. Qualunque cosa abbia fatto, lo ha fatto per amore di moglie e bambini." Così dice la Scrittura (Giobbe 36:24[18]), "Ricordati che devi esaltare la Sua opera, che altri uomini hanno cantato".[19]»
Significativo anche il suo quadruplice motto, sul vero saggio, il vero ricco, il vero potente e il vero rispettato. Nelle parole di chiusura dell'Ecclesiaste, "perché questo è il tutto dell'uomo" 12:13[20], Ben Zoma trova l'espressione del pensiero che l'uomo pio è il coronamento e il fine del genere umano; tutta l'umanità ("il mondo intero") è stata creata solo per servire colui che teme Dio e rispetta i Suoi comandamenti.[21] Ben Zoma è inoltre l'autore della bella frase: "Se, nel pentimento, ti sei svergognato in questo mondo, non avrai bisogno di svergognarti davanti a Dio nel prossimo".[22]
Citazioni
Simon ben Zoma è particolarmente noto per queste frasi:
"Ben Zoma diceva:
«Chi è un uomo saggio? Colui che impara da ogni uomo. Come si afferma (Salmi 119:99): "Da tutti i miei maestri sono divenuto saggio"»
«Chi è un eroe? Colui che controlla i propri impulsi. Come si afferma (Proverbi 16:32): "Chi è lento all'ira val più di un forte guerriero, e chi domina il suo spirito val più di chi espugna una città."»
«Chi è un uomo ricco? Colui che è felice con la sua porzione. Come si afferma (Salmi 128:2): "Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d'ogni bene", "sarai felice" in questo mondo "e godrai d'ogni bene" nel Mondo a Venire.»
«Chi è un uomo d'onore? Colui che onora i suoi simili, come si afferma (1 Samuele 2:30): "Perché chi mi onorerà anch'io l'onorerò, chi mi disprezzerà sarà oggetto di disprezzo."»