Rottaro deriverebbe da rubetum, o anche rovearum, rovedarium, antico nome di una collina poco distante ricca di roveti. Altra ipotesi sarebbe dal latino ruera, rutera, ad indicare le ruote dei carri, essendo luogo di transito, motivo per il quale furono disegnate tre ruote di carro nel suo stemma araldico. Un'ultima - e meno certa - ipotesi, lo ricondurrebbe al nome del re dei longobardoRotari (647).
Le prime tracce documentate del borgo risalirebbero soltanto al 1227, in cui si affermava la potestà della chiesa di Ivrea; in quel periodo, appena conclusasi l'esperienza del libero comune, Settimo Rottaro fu soggetto all'autorità vescovile eporediese.
Questi ultimi, nel 1432 ottennero i territori a sinistra del Po, inizialmente amministrati da Amedeo VIII di Savoia. Anche i Valperga si sottomisero a questi ultimi, aiutando altresì a sedare le rivolte popolari dei Tuchini, come accadde anche al vicino Vestignè. Settimo Rottaro fu quindi amministrato dai Savoia, fino a epoca moderna.
Nel XX secolo, il paese ebbe la fama di produrre un ottimo vino Erbaluce passito, dal vitigno omonimo, noto nella zona canavesana, tuttavia tale tradizione si perse. Prese invece vita la tradizionale sagra del salame di patate, prodotto tipico, la prima domenica di febbraio.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Settimo Rottaro sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 novembre 2003.[4]
«Stemma d'azzurro, alla banda diminuita, d'argento, caricata dal numero sette nella espressione romana, i tre elementi del numero posti in sbarra e di nero, essa banda accompagnata da tre ruote d'oro, di sei raggi, due poste in capo e in banda, la terza posta nel canton destro della punta. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.