La notorietà di Segna è cresciuta anche grazie ad un motivo geografico: la città è presa come riferimento per il passaggio del 45º parallelo sulla costa dalmata.
La città sorge di fronte alle isole di Veglia e Pervicchio, separate tra loro dalla bocca di Segna (Senjska vrata). La città tramite la strada Giuseppina (Jozefinska cesta), è collegata con l'entroterra, e quindi con Karlovac e Zagabria, attraverso una depressione della costa chiamata Passo della Porta (Vratnik), a 698 metri di quota, attraverso il quale d'inverno si incanala la bora[9]; esso è il passo più basso tra il mare e l'entroterra e segna la fine dei monti della Grande Cappella (Velika Kapela) e l'inizio delle Alpi Bebie (Velebit). Il centro abitato è attraversato a nord dal 45º parallelo, la linea equidistante fra il Polo nord e l'Equatore.
Fu uno dei quartieri generali dei pirati Uscocchi fino alla guerra di Gradisca nel 1617 dove la vittoria della Repubblica di Venezia sconfisse i pirati e gli austriaci prendendo controllo anche di questa parte della Dalmazia.
Rimasta esclusa dal passaggio della ferrovia, che nel 1873 aveva raggiunto Fiume, Segna rimase un piccolo porto peschereccio. Nel 1918, dopo il crollo dell'Austria-Ungheria, entrò a far parte del neocostituito Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Diventata un porto della resistenza jugoslava dopo il ritiro delle truppe d'occupazione italiane, fu duramente bombardata dai tedeschi nel 1943.
Monumenti e luoghi d'interesse
Cattedrale dell'Assunzione di Maria, costruita nel 1169 come basilica romanica a navata unica sulle fondamenta di un tempio pagano del IV-V secolo, i cui resti sono ancora visibili sul retro del santuario a circa 1,5 metri di profondità.
Fortezza di Nehaj, costruita nel 1558 sui resti di edifici precedenti, sulla collina di Nehaj, nei pressi di Segna.
Castello
Porta Grande, al lato del castello, costruita nel 1779 era situata al termine della strada Giuseppina proveniente da Karlovac.
Chiesa di San Francesco
Resti delle mura
Società
Etnie e minoranze straniere
Secondo il censimento del 2021, la maggior parte della popolazione è di etnia croata.
Vi fu in passato una presenza storica di italiani autoctoni che abitarono per secoli, la penisola dell'Istria e le coste e le isole del Quarnaro e della Dalmazia, territori che furono della Repubblica di Venezia.
Più in generale, secondo una mappa etnica francese dei Balcani, fino alla fine del XIX secolo esisteva una piccola minoranza romanza (veneto-dalmatica se non addirittura morlacca) data anche la vicinanza all'isola di Veglia. La minoranza romanzo-italiana di Segna scomparve definitivamente nei primi anni del XX secolo.
Evoluzione demografica
Fino alla nuova organizzazione territoriale della Croazia, esisteva un precedente municipio di Segna, con la seguente composizione etnica:
^Atlante Zanichelli 2009, Zanichelli, Torino e Bologna, 2009, p. 27.
^Touring Club Italiano, Croazia. Zagabria e le città d'arte. Istria, Dalmazia e le isole. I grandi parchi nazionali, Touring Editore, Borgaro Torinese (TO) 2004, p. 72.
^Touring Club Italiano, Istria, Quarnaro, Dalmazia. Escursioni, sport, divertimenti, enogastronomia, arte e cultura, Touring Editore, Milano 2004, p. 116, ISBN 9788836530441.
^Dario Alberi, Dalmazia. Storia, arte, cultura, Lint Editoriale, Trebaseleghe (PD) 2008, pp. 214-223.
^Cfr. alle p. 76 e p. 118 sull'Atlante geografico, fisico, politico, economico, Paravia, Torino, 1975.
^abc"Zengg (Senj, Segna)" in: Blatt 33-45 der Generalkarte von Mitteleuropa 1:200.000 der Franzisco-Josephinischen Landesaufnahme, Österreich-Ungarn, ab 1887
^”La costa liburnica”, Dario Alberi – Dalmazia – Storia, Arte, Cultura, LINT, 2008.
^ M. Šašel Kos, P. Kos, Senia, su pleiades.stoa.org, Pleiades. URL consultato il 3 gennaio 2018..
^abcDario Alberi, Dalmazia. Storia, arte, cultura, Lint Editoriale, Trebaseleghe (PD) 2008, p. 214.
^Cfr. in Elenco dei fari e segnali da nebbia, Istituto Idrografico della Marina, Genova, 1997. (Documento ufficiale dello Stato - legge 2 febbraio 1960, n. 68).
^Dario Alberi, Dalmazia. Storia, arte, cultura, Lint Editoriale, Trebaseleghe (PD) 2008, pp. 183-187.