Sīta bint ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd (Riad, 1930 – Riad, 13 aprile 2011) è stata una principessa saudita.
Primi anni di vita
La principessa Seeta è nata nel 1930 da re Abd al-Aziz e Fahda bint Asi Al Shuraim, una delle sue due mogli appartenenti alla famiglia Al Rashid.[1] Era la sorella minore di re Abd Allah al quale era molto vicino.[2]
Attività
Seeta è stata molto attiva negli sforzi caritatevoli e nella formazione di gruppi femminili, come il Consiglio delle principesse. Inoltre, nel 2009 e nel 2010, sono nati sotto il suo patrocinio, il primo e il secondo Forum femminili.[3] Nel maggio 2011, sotto il suo patrocinio è stata organizzata una conferenza dal titolo "Le donne saudite di domani".[4] Ha sponsorizzato molti enti di beneficenza nel regno e ha effettuato donazioni a molti programmi di ricerca e progetti di welfare famigliare.[5] Sotto la sua protezione, sono nate organizzazione che si occupano di promuovere l'occupazione femminile.[6]
Consiglio delle principesse
Nel 2003, la principessa Seeta ha avviato i lavori del Consiglio delle principesse.[2] Questo organismo è stato progettato per coinvolgere anche i membri di ciascun ramo secondario della famiglia reale. È stato il primo consiglio di famiglia per i reali di sesso femminile. Tutti i membri sono stati invitati ad impegnarsi nel lavoro sociale, nella sanità, nell'infanzia, nelle questioni femminili e negli affari. Il consiglio è diventato un organismo importante nella famiglia reale. Invece di concentrarsi sulle opere di beneficenza, funziona come un think tank e uno strumento di unione.[2]
Il consiglio è progettato per riunirsi normalmente, due volte al mese, ogni due settimane, per due o tre ore. Sono oggetto di discussione le questioni sociali incentrate su temi femminili. I risultati di questi incontri sono per lo più proposte non vincolanti per la risoluzione di alcuni problemi e petizioni alle competenti istituzioni governative. Nella fase iniziale, il numero delle componenti era di ventidue. Attualmente partecipano ai lavori trenta donne della famiglia reale.[2]
Vita personale
Seeta ha sposato Abd Allah bin Muhammad bin Sa'ud Al Kabir,[7] appartenente al ramo cadetto della Casa di Sa'ud degli Al Kabir. Il marito morì nel gennaio 1994, all'età di 68 anni.[8]
Ha avuto tre figli: Fahd, Noura e Turki.[9] Suo figlio, Turki, è stato consigliere di re Abd Allah[10] ed è stato ufficiale militare nella Guardia Nazionale negli anni '80.[11] Un altro figlio, Fahd, è stato vice ministro della difesa.[9] I figli della principessa Seeta sono considerati membri importanti del ramo Al Kabir degli Al Saud.[8] La figlia della principessa Seeta, Noura (nata nel 1958), è sposata con Khalid bin Abd Allah, figlio maggiore di re Abd Allah.[8]
Morte e funerale
La principessa è morta il 13 aprile 2011, dopo lunga malattia.[12][13] Le preghiere funebri si sono tenute presso la moschea Imam Turki bin Abd Allah di Riad il giorno successivo.[13][14] Alle esequie hanno partecipato re Abd Allah, il principe ereditario Sultan, i principi Nayef, Salman, Bandar, Turki, altri principi di alto livello e il primo ministro del Libano Saad Hariri.[15] Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha telefonato a re Abd Allah per trasmettergli le sue condoglianze.[16] È sepolta nel cimitero al-'Ud di Riad.
Albero genealogico
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Genitori
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Nonni
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Bisnonni
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Trisnonni
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Faisal bin Turki bin Abdullah al-Saud
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Turki bin Abdullah bin Muhammad
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Hia bint Hamad bin Ali al-Faqih Angari Tamimi
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ʿAbd al-Raḥmān Āl Saʿūd
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Sarah bint Mishari bin Abdulrahman bin Hassan al-Saud
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Mishari bin Abdulrahman bin Hassan bin Mishari bin Saud
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Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita
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Ahmed al-Kabir bin Mohammed al-Sudairy
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Mohammed bin Turki bin Suleiman al-Sudairy
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Sarah bint Ahmed al-Kabir bin Mohammed al-Sudairy
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Seeta bint Abd al-Aziz Al Sa'ud
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Asi al-Shuraim
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Fahda bint Asi Al Shuraim
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Note
- ^ Madawi Al Rasheed, Politics in an Arabian Oasis. The Rashidis of Saudi Arabia, New York, I. B. Tauirs & Co. Ltd., 1991.
- ^ a b c d Stig Stenslie, Power behind the veil: Princesses of the House of Saud, in Journal of Arabian Studies: Arabia, the Gulf, and the Red Sea, vol. 1, n. 1, 2011, pp. 69–79, DOI:10.1080/21534764.2011.576050. URL consultato il 14 aprile 2012.
- ^ About Us, su sicgroup.net, SIC Group. URL consultato il 6 maggio 2012.
- ^ Fouzia Khan, Saudi women meet to discuss empowerment, in Saudi Gazette, 13 maggio 2011. URL consultato l'8 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ King Abdullah attends Princess Seeta's funeral prayer [collegamento interrotto], in Gulf in the Media, 15 aprile 2011. URL consultato il 25 maggio 2012.
- ^ Princess Seeta to launch Girls Careers Day, in Saudi Gazette, 7 maggio 2011. URL consultato l'8 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2011).
- ^ صحيفة عكاظ - وفاة الأميرة صيتة بنت عبد العزيز, in Okaz, 14 aprile 2011. URL consultato il 21 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2012).
- ^ a b c Sabri Sharif, The House of Saud in Commerce: A Study of Royal Entrepreneurship in Saudi Arabia, New Delhi, I. S. Publications, 2001, ISBN 81-901254-0-0.
- ^ a b King Abdullah attends Princess Seeta's funeral prayer, in Arab News, 14 aprile 2011. URL consultato il 21 aprile 2013.
- ^ King Abdullah Receives the Turkish Prime Minister, in Al Riyadh. URL consultato il 10 maggio 2012.
- ^ The role of Saudi princes in uniform, in Wikileaks, 27 maggio 1985. URL consultato il 25 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2011).
- ^ Princess Sita bint Abdulaziz bin Abdulrahman passes away, royal court announces, in SPA, 13 aprile 2011. URL consultato il 25 maggio 2012.
- ^ a b King Abdullah attends Princess Seeta’s funeral prayer, su lifeinriyadh.com, Life in Riyadh, 15 aprile 2011. URL consultato il 25 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2013).
- ^ Princess Sita bint Abdulaziz bin Abdulrahman passes away, royal court announces, in Sauress, Saudi Press Agency, 13 aprile 2011. URL consultato il 20 agosto 2012.
- ^ King Abdullah attends Princess Seeta's funeral prayer, in Asharq Al Awsat, 15 aprile 2011. URL consultato il 25 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2013).
- ^ King Abdullah receives telephone call from U.S. President, su saudiembassy.net, Royal Embassy, Washington D.C., 16 aprile 2011. URL consultato il 25 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2011).