Lo sgombro[2] (Scomber scombrus), chiamato anche maccarello, scombro o lacerto a seconda delle zone d'Italia, è un pesce di mare appartenente alla famiglia Scombridae. È un tipico pesce azzurro.
Questa specie è diffusa nelle acque costiere del Mediterraneo e del Mar Nero, nonché nel Nord Atlantico, dalle coste marocchine e spagnole fino al Mar di Norvegia. È presente anche nelle acque islandesi, groenlandesi e al largo del Canada. Abita le acque fino a 200 metri di profondità, svernando in acque profonde e tornando verso le coste nelle stagioni più calde.
Descrizione
Il corpo è allungato e affusolato, con bocca a punta e occhi grandi. Presenta due pinne dorsali, la seconda delle quali è seguita da 5 piccole pinne stabilizzatrici sul peduncolo caudale, opposte e simmetriche ad altre 5 pinnette tra la pinna anale e la caudale. La coda è fortemente bilobata. La livrea presenta un dorso grigio-bluastro, che sfuma verso i fianchi fino a incontrare il ventre bianco argenteo. Dal dorso partono delle tigrature verticali nere che arrivano all'altezza della linea laterale. Le pinne sono grigio-azzurre. Raggiunge eccezionalmente una lunghezza di 50 cm[3] e ha una speranza di vita di 17 anni.
Riproduzione
La deposizione avviene all'interno dei numerosissimi banchi che forma, tra marzo e agosto, a seconda della zona. Le uova, gialle e sferiche (1,2-1,4 mm di diametro), si schiudono dopo 6-7 giorni. Le larve, alla lunghezza di 6 mm, assorbono il sacco vitellino e possiedono mandibola già munita di denti. Gli sgombri sono sessualmente maturi dalla lunghezza di 24–30 cm.
Per un miglior assorbimento dei nutrienti, l'intestino presenta molteplici ciechi pilorici.
Pesca
Viene catturato in grandi quantità soprattutto con le reti da circuizione. I pescatori sportivi lo insidiano a traina o a bolentino, con esche sia naturali che artificiali. Date le sue abitudini pelagiche è indispensabile l'uso di un'imbarcazione.
Alimentazione umana
Lo sgombro è uno dei pesci più utilizzati e apprezzati della dieta mediterranea: è raccomandato dai medici per il suo apporto in grassi omega-3, particolarmente adatti per chi è affetto da ipercolesterolemia. Oltre che cucinato fresco, lo sgombro viene anche conservato in scatola, eventualmente previa affumicatura, sott'olio, al naturale o anche insaporito con vari ingredienti quali il vino bianco[4].
Pericoli di estinzione
Nel corso del XX secolo la pesca di sgombri è aumentata sensibilmente, arrivando perfino, nel 1960, al rischio di estinzione della popolazione dell'Atlantico occidentale[1]. Nel corso degli ultimi decenni si stanno approntando azioni e misure per strategie di pesca sostenibile, la cui applicazione è causa di attriti tra paesi della Comunità europea, come la Scozia e l'Irlanda, e paesi estranei, come l'Islanda e le Far Oer[5].
^(EN) G.M. Liu et al., Purification andcharacterization of parvalbumins from silver carp (Hypophthalmichthy molitrix), in J Sci Food Agric, vol. 90, n. 6, 2010, pp. 1034-40, PMID20355144.
^(EN) D.G. Ebo et al., Monosensitivity to pangasius and tilapia caused by allergens other than parvalbumin, in J Investig Allergol Clin Immunol, vol. 20, n. 1, 2010, pp. 84-8, PMID20232779.
^(EN) M.F. Jeebhay, Cartier, A., Seafood workers and respiratory disease: an update, in Curr Opin Allergy Clin Immunol, vol. 10, n. 2, 2010, pp. 104-13, PMID20179585.