Il sarcofago di Caius Bellicus Natalis Tebanianus è il più antico sarcofago romano databile con una certa esattezza (dopo gli sparuti esempi repubblicani e dopo il problematico sarcofago Caffarelli forse di età giulio-claudia). Risale all'inizio del II secolo ed è conservato al Camposanto monumentale di Pisa.
Descrizione
Il sarcofago, proveniente forse da Roma, è significativo perché è la più antica testimonianza della ripresa dell'inumazione nel mondo romano a partire dal tardo I secolo d.C., su probabile suggestione delle influenze orientali che portavano a Roma filosofie religiose escatologiche. I prototipi dell'Asia Minore però erano scolpiti su quattro lati, per l'usanza di collocarli al centro delle camere funerarie, mentre i sarcofagi di produzione romana erano solitamente scolpiti su tre lati soltanto, come questo sarcofago, per l'usanza di allinearli lungo le pareti.
L'iscrizione sul sarcofago (CILXI, 1430=ILS 1009) ci informa che appartenne a Caius Bellicus Natalis Tebanianus, console nell'87 e morto attorno al 110. La fronte del sarcofago (alta 0,78 metri) è decorata da un motivo a festoni, popolati da figure di scenette mitologiche. Di solito nei prototipi asiatici non esistevano questi richiami alla mitologia e si pensa che furono scelti per i gusto romano derivato dalla decorazione tradizionale delle are funerarie almeno dall'età flavia. Anche nella generazione successiva infatti i soggetti dei rilievi dei sarcofagi scolpiti continuarono ad essere i bassi fregi mitologici, i thiasos bacchici o marini, e gli eroti.
L'esecuzione è molto accurata, secondo un sobrio classicismo attento alla composizione bilanciata nell'insieme. Simile è un sarcofago del Laterano, che viene attribuito alla stessa officina ed è più mosso e pittorico, databile a uno o due decenni dopo.