Il padre è contadino e la madre cucitrice e trascorre l'infanzia e parte della sua giovinezza nel paese natale, San Martino dall'Argine. Il modesto contesto sociale, la scoperta del proprio corpo, il divorzio dei genitori, avvenuto quando aveva cinque anni, sono il punto di partenza e ciò che racconterà nella sua prima opera letteraria, L'odore del fieno, con la quale ha vinto l'edizione 2006 del premio Tondelli[1] per inediti di giovani narratori italiani.
Inizia in questi anni a insegnare in vari ordini di scuole.
Nel maggio 2007 esce il suo primo romanzo, Nel nome del padre, mentre nel 2008 pubblica un racconto inserito nell'antologia Quello che c'è tra di noi, a cura di Sergio Rotino.
Nel 2009 dopo la laurea in Lettere all'Università degli Studi di Parma, si trasferisce a Roma. Nello stesso anno, partecipa alla prima edizione del Dizionario affettivo della lingua italiana, a cura di Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta. Durantini parteciperà anche al Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana edito nel 2019 da Fandango, libro pubblicato a dieci anni dalla prima edizione e per celebrare i vent'anni della casa editrice[2]. Nel 2011 sposa Niccolò Venturoli, nipote di Marcello Venturoli. Dal matrimonio nascerà un figlio.
Durantini riconosce che la sua condizione sociale e di genere ha avuto un impatto significativo sulla sua vita e sul suo percorso come donna e scrittrice. Ha iniziato a scrivere all'età di vent'anni, e, sebbene all'inizio il suo percorso fosse incerto, si è ritrovata ispirata e guidata da scrittrici e figure femminili che le hanno fornito le coordinate per trovare la sua strada e la sua voce.[3] Tra queste, Annie Ernaux ha avuto un ruolo particolarmente significativo, influenzando profondamente la sua visione e il suo stile letterario.[4].
Abbandonato l'insegnamento, sia pubblico che privato, si dedica alla scrittura collaborando con riviste letterarie e partecipando ad antologie di racconti.
Nel 2021 esce L'evento della scrittura. Sull'autobiografia in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux in cui racconta come le tre autrici abbiano identificato, utilizzando l'approccio autobiografico, la forma più autentica di rappresentazione narrativa per esprimere la voce femminile.
Nello stesso anno sarà ospite di Annie Ernaux, a casa sua a Cergy, e il pomeriggio trascorso insieme farà parte del libro Annie Ernaux. Ritratto di una vita, pubblicato nel 2022, a poche settimane dall'assegnazione del Nobel alla scrittrice francese. Nel libro-intervista, critico e biografico[5] dedicato alla premio Nobel, Durantini racconta come ha scoperto, durante il periodo universitario, la scrittura di Annie Ernaux e riscrive in chiave biografica la vita della scrittrice francese[6].
Nel 2023 cura il libro La terra inesplorata delle donne, che raccoglie i racconti di tredici scrittrici italiane[7].
Nel 2024 pubblica Pampalunaromanzo di formazione, storia di affrancamento femminile ambientata nella Pianura Padana tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, libro in cui si avverte il «passaggio dal Mito alla Storia, dall’infanzia alla maturità non solo della protagonista ma della comunità intera: dalla soggezione ancestrale alla tradizione tramandata alla presa di coscienza storica»[8]
. Pampaluna è nato dal lungo racconto L'odore del fieno[9] definito da Fulvio Panzeri «di grande valore espressivo, sul quale qui vogliamo scommettere, certi che rappresenta l'avvio di un percorso letterario che al suo esordio è già solido, meritevole, naturale»[10]. La scrittrice, attraverso le pagine di Pampaluna, restituisce la memoria di un intero mondo e di un’intera epoca intrecciando la storia universale con quella personale, rivendicando «l’urgenza di narrare la propria storia con una prosa affilata e impersonale che ricorda Annie Ernaux» [11] e raccontando, anche, come ha vissuto l’esperienza di transfuga di classe che attraverso la scrittura ha saputo trasformare la sua diversità trovando «il coraggio e la forza di dire io, mentre avanza implacabile la storia e, nella sua avanzata, disgrega ciò che resta dell’identità personale» [12].
Nello stesso anno pubblica Ritorno in pianura. San Martino dall'Argine e dintorni. Fotografie e archivio fotografico di Guglielmo Tonini, libro fotografico che racconta, unendo immagini e narrazioni, la storia di molti paesi del basso mantovano bagnati dal fiume Oglio e dal Po.