Di tendenza moderatamente democratica e poi oligarchica (come tutta la famiglia degli Alcmeonidi), nel 489 a.C. Santippo accusò Milziade per la sfortunata spedizione di Paro e ne ottenne la condanna a una pesantissima multa (Milziade morì lo stesso anno e la multa fu pagata dal figlio Cimone). Venne poi ostracizzato a sua volta nel 484 a.C. insieme all'alcmeonide Megacle, in quanto ritenuti responsabili della sconfitta nella battaglia contro gli Egineti dell'anno precedente.
Dopo il suo richiamo in patria in occasione dell'invasione persiana, comandò il contingente navale ateniese che vinse a Micale contro i Persiani (479 a.C.) e poi conquistò Sesto sull'Ellesponto (478 a.C.).
Nello stesso anno venne però sostituito al comando dell'esercito ateniese da Cimone (figlio di Milziade) che era riuscito a riabilitarsi, pagando la multa del padre, grazie al fortunato matrimonio prima della sorella e poi di lui stesso.
Note
^Vedi Santippo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. e Xantippo, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.