San Martino della Battaglia |
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Dettagli |
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Stato | Italia
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Resa (uva/ettaro) | 80 q
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Resa massima dell'uva | 70,0%
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Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 12,0%
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Titolo alcolometrico minimo del vino | 15,0%
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Estratto secco netto minimo | 17,0‰
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Riconoscimento |
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Tipo | DOC
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Istituito con decreto del | 26/03/1970
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Gazzetta Ufficiale del | 27/05/1970, n 131
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Vitigni con cui è consentito produrlo |
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[senza fonte]
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Il San Martino della Battaglia liquoroso è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Brescia e Verona.
Caratteristiche organolettiche
- colore: ambrato con sfumature topazio con l'invecchiamento
- odore: intenso, caratteristico, di frutta secca
- sapore: gradevolmente dolce, vellutato, armonico e generoso, con leggero retrogusto di mandorla.
Storia
La zona del Garda ove si coltiva il friulano (ex tocai) è stata un'antica enclave della serenissima in terra lombarda a disposizione per esperimenti di viticoltura. Pertanto, storicamente si è imposto l'utilizzo di questo vitigno in una zona assai ristretta ma che ha conservato questa peculiarità nei secoli. La piccola zona è circondata infatti dalla coltivazione dell'autoctona turbiana, l'uva con la quale si produce il Lugana.
La versione liquorosa, molto rara, è una chicca che riprende un antico consumo locale.
Dal 2013, a causa del divieto a utilizzare il precedente nome Tocai per designare il vitigno con cui è composto il vino, il San Martino della Battaglia ha ripreso l'antico nome dialettale Tuchì[1] per individuare il vitigno.
Abbinamenti consigliati
Crostata di marmellata, gorgonzola piccante.
Produzione
Provincia, stagione, volume in ettolitri
Note