Salvatore Chindemi[1] partecipa alla sommossa siciliana del 1837, e l'anno successivo viene arrestato per sospetto di carboneria. Prende parte all'insurrezione del 1848 e, entrato nelle liste di proscrizione, riesce a fuggire in Piemonte, dove rimane fino al 1860. Tornato a Palermo, nel 1861 beneficia della cattedra di storia nella Regia Università, che tiene fino al 1869; viene quindi eletto rappresentante al Parlamento per il collegio di Augusta. Il comune di Siracusa gli dedicò una targa commemorativa in via Roma 65, sua casa natale. È sepolto al cimitero comunale di Siracusa[2].
Opere
Rudimenti generali intorno alla Sicilia
Considerazioni sulla pedagogia in Sicilia
Il conte di Platen e l'Italia, cenni critici e biografici