La rilevanza enciclopedica di questa voce o sezione sull'argomento attivisti è stata messa in dubbio.
Motivo: La rilevanza come attivista non la si vede, è stato in carcere nel suo paese come tanti altri, fonti giornalistiche, da cronaca, anche se è meno presente l'ingiusto rilievo rispetto alla versione in inglese.
Nato in Iran, ottiene la cittadinanza USA dopo il matrimonio con Naghmeh Abedini (già cittadina statunitense) da cui ha avuto due figli.[4]
Convertito al Cristianesimo nel 2000,[4] si trasferisce con la moglie in Idaho nel 2005. Nel settembre 2012 torna in Iran per incontrare i famigliari: qui i pasdaran gli sequestrano il passaporto e lo incarcerano nella prigione di Evin,[4] condannato «per avere minacciato la sicurezza nazionale del paese esercitando la sua leadership nei confronti delle comunità cristiane».[5]
Viene rilasciato il 16 gennaio 2016 insieme ad altri 3 detenuti con doppia-cittadinanza, dopo trattative diplomatiche con Washington.[6][7]
Abedini affermò di essere stato picchiato dalle guardie, insieme ad altri prigionieri. Assistette anche a diverse esecuzioni.[9]
A Fox News disse: "la maggior parte di loro sono sunniti, alcuni di loro sono prigionieri politici, e posso dire che la maggior parte di loro sono lì per la loro fede".[9]
Il 13 novembre 2019 una corte federale USA ha condannato Teheran a risarcire Saeed e sua sorella Zibandeh Abedini di 47 milioni di dollari per le torture ricevute.[10]
Nel 2018 viene arrestato per non aver rispettato un ordine restrittivo verso la moglie.[11]