La nave fu costruita nel 1913 con il nome di Wachtfels per la compagnia Flensburger-Schiffbau di Flensburg e per la compagnia marittimaBrêmeDeutsche Dampfschiffahrtsgesellschaft Hansa (DDG Hansa).
Militare
Allo scoppio della prima guerra mondiale la Wachtfels venne requisita dalla Kaiserliche Marine e trasformata in incrociatore ausiliario con il nome di SMS Wolf (lupo) IV. Entrò in servizio il 16 maggio 1916.
Il 30 novembre 1916 salpò da Kiel, superò lo Skagerrak (scortato dal sommergibile SM U-66) per entrare nell'Atlantico, con rotta verso sud, al comando del capitano di fregataKarl August Nerger. Passato il capo di Buona Speranza, dove depositò alcune mine, si diresse verso l'Oceano Indiano. La nave aveva a sua disposizione anche un idrovolante biplano soprannominato per l'occasione Wölfchen (lupacchiotto), modello Friedrichshafen FF 33, che ebbe come compito quello di localizzare le navi mercantili nemiche e di farle catturare dal SMS Wolf, per poi impossessarsi del carico.
Nei suoi 451 giorni di navigazione di corsa solitaria, l'SMS Wolf riuscì a catturare 35 navi mercantili e due navi da guerra.
L'SMS Wolf servì a rompere il blocco navale britannico e fece ritorno nel porto di Kiel il 24 febbraio 1918, con a bordo 467 prigionieri di guerra e un prezioso carico di materie prime. L'SMS Wolf effettuò così un viaggio considerato, all'epoca, il più lungo mai effettuato in tempo di guerra. Il comandante Nerger ricevette la decorazione tedesca più elevata, l'ordine Pour le Mérite.
Durante la sua sortita il SMS Wolf effettuò il pattugliamento del mar Baltico.
Dopo la guerra venne ceduto come compensazione alla Francia e fu venduto alla compagnia marittima Messageries Maritimes, che lo ribattezzò Antinoüs. Fu demolito in Italia nel 1931.
Tra i membri dell'equipaggio del Wolf ci fu anche Theodor Plievier, che diventò rivoluzionario comunista e scrittore.
Navi affondate
In 15 mesi di navigazione, il Wolf catturò e affondò 14 navi, totalizzando un totale di 38.391 GRT. Inoltre affondò altre 13 navi per mezzo di mine, per altre 75.888 tonnellate GRT.
(DE) Gerhard Beckmann e Klaus-Ulrich Keubke, Alltag in der Kaiserlichen Marine um 1890. Die Bildmappe "Unsere Marine" von C. W. Allers, Berlin, Brandenburgisches Vlg.-Haus, 1993.
(DE) Dieter Jung, Die Schiffe der Kaiserlichen Marine 1914-1918 und ihr Verbleib, München, Bernard & Graefe Verlag, 1974, ISBN3-7637-6247-7.
Giovanni Santi-Mazzini, Militaria - Storia delle potenze europee da Carlo Magno al 1914, Milano, Mondadori, 2005, ISBN88-370-3324-9.
Gabriele Zaffiri, Kaiserliche Hilfskreuzer - le navi corsare tedesche nella 1ª guerra mondiale, Pozzuoli, Boopen Editore, 52007, ISBN88-370-3324-9.