Conosciuta anche con la trascrizione del cognome Jervolino, o col vezzeggiativo "Rosetta", si è presentata alle competizioni elettorali come Rosa Iervolino Russo, con il cognome da nubile (trascritto con la I in luogo della J per un errore anagrafico) anteposto a quello del marito[2][3].
Impegnata politicamente nella Democrazia Cristiana, anche per tradizione familiare, divenne vicepresidente della sua Federazione Femminile, con cui lavorò dal 1968 al 1978. Responsabile dei rapporti tra lo Scudo Crociato e la famiglia dal 1974, alle 1979 viene eletta per la prima volta senatrice (rimarrà al Senato sino al 1992, quando subito dopo la rielezione si dimise in omaggio alla nuova norma interna alla DC, che stabiliva l'incompatibilità tra la carica di Ministro e quella di parlamentare.
In veste di Ministra per gli affari sociali, si fece promotrice assieme a Bettino Craxi, che perseguiva la politica reaganiana del "Just Say No", del Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope (art. 118 del DPR 309/1990 e Decreto 444/1990), che di fatto stabiliva la punibilità dei consumatori di stupefacenti. La legge, cosiddetta Craxi-Iervolino-Vassalli, dai nomi dei primi firmatari, si attirò le critiche degli antiproibizionisti e venne parzialmente abrogata con un referendum il 18 aprile del 1993.
Nominata successivamente Ministra della pubblica istruzione nel primo governo di Giuliano Amato, non consentì la distribuzione all'interno delle scuole superiori di un fumetto informativo sull'AIDS di "Lupo Alberto" che informava gli studenti sulla modalità di uso del preservativo, suscitando polemiche.[7]
Come presidente della Democrazia Cristiana assistette all'opera di rinnovamento portata avanti dal segretario Mino Martinazzoli che portò alla fondazione del Partito Popolare Italiano al termine del processo di scioglimento della Democrazia Cristiana, provata dalle indagini di Mani pulite e dal processo per mafia a Giulio Andreotti, che determinarono un forte calo di consensi per il partito di ispirazione cattolica.
Con le dimissioni di Martinazzoli nel marzo 1994, dopo il risultato deludente delle elezioni politiche del 1994, venne creato un comitato di reggenza di cui fece parte (assieme a Gerardo Bianco, Gabriele De Rosa e Mario Forte) e assunse la sua guida, come presidente del Consiglio nazionale, dilaniato da scandali e presunta corruzione; nello stesso anno fu eletta alla Camera dei deputati.
Viene riconfermata sindaca nel 2006 al primo turno, con il 57% delle preferenze contro il candidato del centrodestra Franco Malvano, ex questore di Napoli.
Dal 23 maggio 2007 è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico che riunisce i leader delle componenti del futuro PD.
Iniziative
Nella sua attività di sindaca vanno segnalati alcuni punti essenziali: in primo luogo l'approvazione del Nuovo Piano Regolatore Generale, di particolare rilievo in una città con la storia urbanistica di Napoli, e poi il nuovo sistema delle metropolitane, la riforma del decentramento e la scelta di difendere la gestione pubblica di alcuni servizi, in particolare dell'acqua, con interventi anche personali della Iervolino che ha aderito al referendum contro la privatizzazione. L'urbanistica e la riorganizzazione del territorio urbano sono l'aspetto più evidente dell'Amministrazione Iervolino, con il Programma per il Centro Storico patrimonio UNESCO (120 interventi con uno stanziamento di partenza d 240 milioni di euro), i lavori per la riqualificazione di Bagnoli, dove accanto alla Città della Scienza si annoverano il Parco dello Sport, il Turtle Point e la Porta del Parco, ed è quasi completata la bonifica dei suoli gravemente inquinati dai preesistenti insediamenti industriali.
La priorità dell'Amministrazione Iervolino è il nuovo sistema dei trasporti e della mobilità: parcheggi di interscambio, estensione delle zone a traffico limitato e delle aree pedonalizzate, e soprattutto il completamento del grande sistema di trasporto pubblico su ferro. In particolare vi è il grande lavoro in corso per la costruzione della nuova rete della Metropolitana: 10 linee su ferro[senza fonte], collegate tra loro ed inserite nel sistema regionale integrato dei trasporti. Durante il suo mandato Napoli ottenne l'attribuzione di importanti eventi internazionali, come il "Forum Universale delle Culture" e il "Congresso Astronautico Internazionale" nel 2012.
Critiche all'operato
Iervolino ha incontrato tuttavia anche grandi critiche. In particolare ha dovuto affrontare nel 2008 lo scandalo rifiuti che ha coinvolto il napoletano, determinata dalle difficoltà nello smaltimento in seguito alla chiusura di alcune discariche.
Successivamente la Giunta comunale è stata colpita dalla vicenda giudiziaria determinata dalle indagini sulla delibera Global Service approvata dal Comune, che si è conclusa in primo grado con molte assoluzioni e due condanne per corruzione (Romeo e Mautone), con serie conseguenze politiche e dure polemiche anche all'interno dello stesso partito della sindaca. In quella occasione la Iervolino rinnovò in gran parte la composizione della Giunta, che ha poi subìto pochi cambiamenti negli anni successivi.
Forti polemiche scaturirono anche a seguito delle polemiche dimissioni, nel dicembre 2009, dell'assessore al bilancio Riccardo Realfonzo, economista e docente universitario, che era subentrato nel gennaio 2009 ad Enrico Cardillo (quest'ultimo era tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta Global Service).
Critiche anche dal suo successore, l'ex-magistrato eletto sindaco Luigi De Magistris: "Per almeno tre anni la città non è stata male amministrata: non è stata amministrata per niente. Quando siamo arrivati a Palazzo San Giacomo, tre mesi fa, non funzionavano nemmeno le penne".[9] Il 2 marzo 2011 31 consiglieri comunali su 60 rassegnano le loro dimissioni per provocare lo scioglimento del consiglio stesso, ma ciò non accade per alcuni vizi procedurali.[10] Terminerà quindi il mandato nel giugno dello stesso anno, quando a Palazzo San Giacomo le succederà l'ex magistrato Luigi de Magistris.
Dopo l'amministrazione di Napoli
Nel 2016 si è dichiarata contraria alla riforma costituzionale Renzi-Boschi proposta dal governo Renzi, affermando che "... chi ha scritto quella legge non sa cosa sia il Parlamento. Si finiva col complicare l’iter delle leggi che invece si pretendeva di semplificare, anche se sicuramente in buona fede", ma per rispetto al PD non si è mai voluta impegnare pubblicamente per la campagna per il NO.[11]
Nel febbraio 2013 la Corte dei Conti la condanna a risarcire al Comune 560.893 euro per le centinaia di operai ed ex lavoratori socialmente utili, chiamati negli anni 2000 negli enti di bacino per lavorare alla raccolta differenziata, ma in realtà inattivi.[13]