Terzogenito di cinque figli di Eugenio Di Mattei[1], professore emerito nell'Università di Catania, e di Maria Sciuto Patti[2], si laureò in giurisprudenza nel 1920, con una tesi in diritto internazionale. Fu allievo di Gaetano Mosca. Nel 1927 conseguì la libera docenza in storia delle dottrine e delle istituzioni politiche.[3] Docente universitario dal 1934, fu nominato socio dell'Accademia dei Lincei nel 1966. Fu anche socio della Real academia de la historia di Madrid e dell'Académie des sciences et lettres di Montpellier, presidente onorario dell'Associazione italiana di scienze politiche e sociali, membro della commissione nazionale italiana dell'UNESCO. Fu insignito della laurea honoris causa dall'Università di Montpellier. È noto sia per divagazioni letterarie sia per opere di dottrina storico-politica, tra cui Il pensiero politico di Scipione Ammirato (1963). È padre dello storico Roberto De Mattei.
Guglielmo Lo Curzio, «Rodolfo De Mattei», la voce in Scrittori siciliani, Palermo, Novecento, 1989. ISBN 88-373-0096-4.
Luciano Russi, «Rodolfo De Mattei», in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XXXVIII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1990, pp. 606–608.
Gennaro Malgieri (a cura di), Ideario italiano: il pensiero del Novecento visto da destra, Roma, Il minotauro, 2001. ISBN 88-8073-061-4.
Luciano Russi, Il passato del presente: Rodolfo De Mattei e la storia delle dottrine politiche in Italia, Pescara, Edizioni Scientifiche Abruzzesi, 2005. ISBN 88-901482-3-3.