I rifugi subirono gravi danni durante la prima guerra mondiale e furono ristrutturati nel 1920 dalla SAT, che nel frattempo aveva acquistato il rifugio tedesco.
La costruzione di due distinti rifugi a un anno di distanza e a meno di venti metri l'uno dall'altro testimonia le tensioni nazionalistiche tra alpinisti di lingua tedesca e alpinisti trentini all'inizio del Novecento[1][2].
Terminata nel 2015, un'ulteriore ristrutturazione ha migliorato le condizioni dei due rifugi, aggiungendo al Tuckett una stanza di asciugatura, un deposito zaini e delle nuove toilette con doccia, oltre a rimodernarne le sistemazioni per il pernottamento. La ristrutturazione ha anche toccato il rifugio Sella, con nuovi bagni ed una doccia, pur conservando i punti salienti del rifugio originale come travi e le porte originali del 1905, donandogli una nuova vita.
Caratteristiche e informazioni
Il rifugio sorge ai piedi del Castelletto Inferiore di Vallesinella e della vedretta di Brenta inferiore. Si compone di due edifici, per un totale di 112 posti letto. È aperto dal 20 giugno al 20 settembre. Dispone inoltre di un locale invernale, sempre aperto, con 8 posti.
La vicinanza alle pareti del Castelletto e ad una palestra di roccia attrezzata ne fanno una base ottimale per corsi di roccia.
La sua posizione centrale lo rende un buon punto di partenza per molte escursioni ed ascensioni, soprattutto per chi raggiunge le Dolomiti da Madonna di Campiglio.
Accessi
Dal Rifugio Vallesinella di Madonna di Campiglio (TN) (1.513 m) per il sentiero n. 317, che passa dal Rifugio Casinei (1.825 m) (1 ora e 45 minuti - escursionistico).
Da Campiglio in funivia sino al Passo del Grostè (2.442 m), poi per il sentiero n. 316 (1 ora e 20 minuti - escursionistico).
Ascensioni
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Il rifugio funge da punto di appoggio per la Via delle Bocchette, pertanto le principali traversate avvengono lungo questo percorso. Si possono compiere traversate ai seguenti rifugi.
lungo il sentiero Osvaldo Orsi: attraverso la Bocca di Tuckett (2.648 m) si taglia il versante orientale della cima Brenta e si passa lungo il lato est della catena degli Sfulmini sino al rifugio (ore 3 e 30 minuti; percorso molto interessante, a tratti esposto, frequentato in estate).
per la Via ferrata delle Bocchette Alte, sino alla bocca dei Armi (2.749 m), quindi per la Via ferrata delle Bocchette Centrali sino al rifugio (8 ore e 30; percorso attrezzato, spettacolare e impegnativo, molto esposto, con caratteristiche prettamente alpinistiche, giunge a superare i 3.000 m di altitudine). Si può spezzare in due tratti con pernotto al rifugio Angelo Alimonta, situato approssimativamente a metà strada.
Al rifugio Brentei per il sentiero SOSAT (segnavia 305 bis): percorso interessante, a tratti esposto ed attrezzato, attraversa in cengia le punte di Campiglio (2 ore e 30 minuti).
Al rifugio Croz dell'Altissimo: dalla bocca di Tuckett, attraverso le val Perse (percorso escursionistico, anche se a tratti non facile, utile per scendere a Molveno; 2 ore e 30 minuti)
Note
^L'anno successivo (1907) sul rifugio Sella fu affissa una lapide con l'iscrizione: "Il Club Alpino Italiano donava alla Società Alpinisti Tridentini quest'effigie di Quintino Sella affinché murata qui sul rifugio che porta il nome del grande alpinista affermasse perennemente di faccia alla provocazione straniera i diritti dell'italianità". Le parole "di faccia alla provocazione straniera" furono peraltro cancellate per ordine dell'autorità di polizia.
^Alessandro Pastore, Alpinismo e storia d'Italia - Dall'Unità alla Resistenza, Bologna, Il Mulino, 2003. ISBN 8815094296