Raqia Hassan (al-Raqqa, 1985 – al-Raqqa, 2015) è stata un'attivista e giornalista siriana.
Biografia
Raqia, appartenente alla minoranza curda[1], aveva frequentato l'Università di Aleppo dove studiava Filosofia[2] per poi ritornare a al-Raqqa sua città natale[3].
Raqia aveva preso parte alle proteste contro il governo di Bashar al-Assad[1], ma con l'inizio della guerra civile siriana ad al-Raqqa, dopo un lungo assedio le Forze armate siriane furono sconfitte dallo Stato Islamico che occupò la città. Raqia non aveva lasciato la città per non abbandonare i propri familiari[3] e per poter raccontare la vita dei civili sotto gli jihadisti[4].
Sui social network dove utilizzava lo pseudonimo di "Nissan Ibrahim" continuava a raccontare le violenze che giornalmente subivano i civili, i bombardamenti della Coalizione Internazionale[3][5] e i suoi dubbi sull'attività dell'Esercito siriano libero[1].
Nell'ultimo messaggio del 21 luglio 2015[5] aveva raccontato di aver ricevuto minacce di morte.
Arrestata con l'accusa di essere una spia[6] dell'Esercito siriano libero[2], Raqia Hassan fu uccisa ad al-Raqqa probabilmente nel settembre 2015, ma la conferma da parte degli attivisti "Raqqa is Being Slaughtered Silently" è arrivata solo nei primi di gennaio 2016[4]. Nei giorni precedenti l'ISIS aveva comunicato di aver giustiziato cinque giornalisti con l'accusa di spionaggio[6].
Note