Il complesso, di forma quadrangolare, si estende sull’area di sei isolati, ed è suddiviso in due parti da via Segneri, che ha andamento diagonale. I sei isolati corrispondono ai sei lotti in cui il complesso residenziale è suddiviso, indicati con le lettere alfabetiche da “A” a “F”[3].
Gli edifici sono ordinati in stecche parallele, secondo una prassi urbanistica tipica del razionalismo, in parte flesse per adattarsi alla maglia stradale prevista dal piano regolatore; anche il disegno delle facciate, all’epoca definito eufemisticamente “di disadorna semplicità”, risente dell’influenza razionalista, adottata più per motivi economici che per reale convinzione[3][4][5].
Il complesso, destinato a un'utenza “popolarissima” costituita da baraccati e sfrattati, fu costruito con criteri di stretta economia, dovuti anche al periodo bellico, e conobbe pertanto un precoce degrado. La dotazione minima di servizi pubblici, limitati alle docce comuni poste nei cortili ed a qualche negozio, accentuò la ghettizzazione e l’isolamento sociale, che perdurano tuttora.[3] La composizione sociale del complesso popolare infatti è di basso reddito ed è caratterizzata da una parte da un'ampia fascia anziana, dall'altra da famiglie migranti di origine straniera, insediatesi in tempi più recenti.[6]
Note
^Mario Mina era stato tenente legionario milanese ucciso in uno scontro a fuoco nel 1937 nella battaglia di Madrid, in Spagna, durante la Guerra Civile. Nel 1938 a lui era stata intitolata la Casa del Fascio della città spagnola di Valladolid, all'inaugurazione della quale avevano partecipato le più alte gerarchie locali e italiane: si veda La Casa del Fascio Mario MinaArchiviato il 24 dicembre 2014 in Internet Archive. in Cajón de Sastre - Valladolid. Lo stesso Mario Mina era ricordato anche in una lapide, ora perduta, che era collocata presso gli uffici dell'ATM di Milano in cui venivano ricordati alcuni "martiri a difesa della romana civiltà". La morte del legionario e di molti altri suoi compagni venne annunciata nel numero del 12 giugno 1937 dal quotidiano La Stampa in Legionari italiani caduti nella battaglia di Madrid
Alberto Mioni, Antonello Negri e Sergio Zaninelli, Il segno del moderno. Architettura e produzione a Milano tra le due guerre, Firenze, Edifir, 1994, ISBN88-7970-022-7.
Raffaele Pugliese (a cura di), La casa popolare in Lombardia. 1903-2003, Milano, Unicopli, 2005, ISBN88-400-1068-8.