Nel diritto internazionale un protettorato è uno Stato o un territorio controllato (protetto) da uno Stato più forte (protettore), il quale si riserva di rappresentarne integralmente la personalità nell'ambito del diritto internazionale. Dal punto di vista del diritto interno, invece, lo Stato protetto mantiene una certa autonomia per quanto riguarda gli affari interni e non è un possedimento dello Stato protettore (in senso stretto, così come la colonia), il quale si impegna a tutelarne gli interessi dirigendo i suoi affari esteri, organizzando la sua difesa e attuando una certa influenza politica.
Non è da confondere con l'istituto del mandato di potenza protettrice, che si ha quando una nazione subentra a un'altra nazione nella rappresentanza diplomatica nei confronti di una terza, qualora le ultime due abbiano interrotto i rapporti diplomatici.
Descrizione
È un termine usato nel diritto internazionale per indicare un accordo, pattuito generalmente fra due stati, uno dei quali si impegna, attraverso la firma di una convenzione, a proteggere l'altro. In virtù di questo accordo, lo Stato protetto affida la gestione dei propri affari internazionali (politici, commerciali ed economici) allo Stato protettore. Il protettorato di solito viene lasciato governare da un rappresentante dello Stato protetto, e questa condizione è stabilita da un trattato e i cittadini non vengono equiparati; in questo senso il protettorato è una specie di dipendenza, anche se sotto certi aspetti meno gravosa della colonia.
Nel XIX secolo e nella prima metà del XX in realtà fu uno strumento usato dalle grandi potenze che lo imposero con decisione unilaterale a vari paesi coloniali, dichiarati formalmente autonomi, ingerendosi anche nella loro politica interna.
Etiopia: Il 2 maggio 1889 Il Trattato di Uccialli, nella versione in lingua italiana, stabiliva che l'Etiopia doveva diventare un protettorato italiano, mentre la versione in lingua amarico etiope affermava semplicemente che l'imperatore poteva, se lo desiderava, attraverso l'Italia per condurre gli affari esteri. Quando vennero alla luce le differenze nelle versioni, l'imperatore Menelik II abrogò prima l'articolo in questione (XVII) e poi l'intero trattato. L'evento culminò nella guerra di Abissinia, in cui l'Etiopia vinse e difese la sua sovranità nel 1896.