In 15 anni di attività il progetto ha promosso la nascita di oltre 500 esperienze lavorative (in particolare consorzi, cooperative e piccole imprese) le quali a loro volta avrebbero creato circa 4.000 nuovi posti di lavoro.[5]
Alcune tra queste piccole imprese hanno ricevuto in gestione terreni confiscati alla mafia.[6][7]
Oltre a quelle del meridione sono state coinvolte nel progetto anche alcune diocesi del nord-Italia, portando il totale delle diocesi aderenti sopra le 90.[5]
Linee di intervento
La figura sulla quale è basata l'attuazione del progetto è quella dell’animatore di comunità; si tratta di circa 250 persone che hanno il compito di collegare i diversi uffici delle proprie diocesi con i giovani e le associazioni di volontariato, le organizzazioni formative e le istituzioni pubbliche e private che operano sul territorio.[2]
Sempre a livello locale in molte diocesi il progetto ha attivato appositi sportelli informativi ai quali i giovani possono rivolgersi sia per ottenere una consulenza sul proprio inserimento nel mondo del lavoro sia per un supporto concreto all'eventuale creazione di nuove realtà imprenditoriali.[8]
Le principali linee d'azione del progetto sono:[9]
l'attuazione di una modalità di lavoro che metta in sinergia le pastorali diocesane con l'associazionismo nonché di un miglior coordinamento tra le varie diocesi;
l'evangelizzazione dei giovani disoccupati o con situazioni di lavoro irregolari;
la formazione di nuova concezione del lavoro nella coscienza e nella mentalità dei giovani;
l'attuazione di gesti concreti di solidarietà quali la creazione di nuove imprese.
Oltre ad azioni rivolte specificamente alle comunità locali i giovani e le persone coinvolte nel progetto partecipano[10] e/o organizzano[11] eventi di portata anche nazionale.
La governance del progetto su scala sovra-diocesana si basa su un Coordinamento Nazionale e su coordinamenti regionali specifici per le regioni coinvolte.
Adesioni
Oltre agli uffici nazionali della CEI e alle molte diocesi coinvolte aderiscono al progetto varie associazione giovanili di orientamento cristiano quali:[9]
^Il progetto Policoro, speranza del sud per il Paese, relazione a cura di mons. Angelo Casile, 2009, Campobasso, on-line in formato .doc sul sito ufficiale del progettoArchiviato il 23 ottobre 2014 in Internet Archive. (ultimo accesso il 24 settembre 2012)
^Le "favelas" della Calabria, Toni Mira, articolo on-line su Calabria Notizie del 14 gennaio 2010 www.calabrianotizie.itArchiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.(ultimo accesso il 16 marzo 2010)
^E nel villaggio dei Papa boys anche la fede diventa uno spot, articolo di Ilaria Ficarella sul quotidiano La Repubblica (sezione Bari) del 1º maggio 2005, pag. 4 (consultabile on-line su [2], ultimo accesso il 7 marzo 2011)
^Pronto a partire il treno dei giovani Cinquemila sabato sbarcano a Bari, articolo di Silvano Trevisani sul quotidiano La Repubblica (sezione Occupazione e lavoro) del 5 giugno 2001, pag.5 (consultabile on-line su [3], ultimo accesso il 7 marzo 2011)
Costruire un incubatore di imprenditorialità sociale nel Mezzogiorno: il progetto "Policoro", in Generare il civile: nuove esperienze nella società italiana, AA.VV. (a cura di Pier Paolo Donati e Ivo Colozzi); Il Mulino (Bologna), 2001; ISBN 8815084037
Se il chicco di frumento... : il Progetto Policoro attraverso i gesti concreti, AA.VV.; L'Aquilone editore (Potenza), 2003
Il nuovo all'orizzonte. Intuizioni e prospettive del Progetto Policoro, Angelo Casile; Monti editore (Saronno), 2003; ISBN 8884770858