Il film, che tocca sia momenti ilari che amari, è caratterizzato dalla notevole interpretazione di Fabrizi, capace di passare con disinvoltura da momenti comici a drammatici; per l'interpretazione ricevette un Nastro d'argento quale migliore attore protagonista.
È Pasqua: la figlia di 8 anni del signor Carloni, proprietario di una ricca pasticceria nel centro di Roma, deve fare la prima comunione; tuttavia, quando una mattina si sveglia, l'uomo scopre che l'abito non è ancora arrivato, e decide così di andare lui stesso a cercare dalla sarta a casa sua per ritirare il vestito, con la sua nuova automobile (che sa guidare a malapena).
Infatti durante il viaggio prima prende una multa, poi finalmente arriva a casa della sarta e ritira il vestito: però, non appena sistema molto minuziosamente l'abito da festa nell'auto, scopre che questa è guasta, e di conseguenza il ritorno a casa diventerà un'impresa, tra taxi soffiati con un fischio, autobus strapieni e liti con tutti. In particolare, dopo la più violenta di queste, Carloni lascia il vestito ad uno zoppo per poter avere le mani libere: comincia così una rissa al termine della quale lo zoppo si scopre sparito nel nulla.
Carloni cerca in tutti i modi di rintracciarlo, credendo che questi gli abbia rubato il vestito, ma è tutto inutile: così egli ritorna a casa, dove lo attendono un cliente scontento della sorpresa trovata in un dolce comprato nella sua pasticceria, la figlia disperata vedendo la sua festa andare a monte, e la moglie irata a morte con lui.
Fortunatamente la bella vicina di casa, che Carloni si sogna di sedurre, offre un suo abito in tessuto del modello da prima comunione, che però sarebbe prima da adattare. Occorre quindi ancora del tempo, e a Carloni non resta che cercare di convincere il parroco a ritardare di un po' la cerimonia; il prete concede una piccola dilazione, ma rimprovera comunque Carloni accusandolo di non essere credente e di non vederlo mai a messa.
Quando tutto ormai sembra perduto arriva lo zoppo, che ha letto l'indirizzo sull'etichetta dell'abito, e la cerimonia può finalmente avere inizio: perciò la moglie smette di odiare Carloni, così come la figlioletta smette di piangere.
Una storia esemplare alla maniera di Zavattini, autore del soggetto, con fatti e fattarelli della vita quotidiana che assumono carattere di simboli della nostra società, personaggi e macchiette che sintetizzano in pochi tratti taluni aspetti del nostro vivere in comune, fornisce la materia prima per un film che Blasetti ha condotto con grazia e leggerezza, stile bonario e ironia, ricordandosi di 4 passi tra le nuvole».
Un vestito da prima comunione deve giungere in tempo a casa del commendator Carloni. Visto il grave ritardo, lo stesso Carloni va a prenderlo dalla sarta. Nel ritorno a casa una serie di imprevisti aggrava la situazione. Appello alla bontà e alla solidarietà in forma di satira dei vizi borghesi, è una commedia ad alta velocità e a coinvolgente ritmo di balletto![8]
Prima comunione fu il primo film ad essere proiettato al cinema Valentino di Avezzano (negli immediati pressi del Palazzo Municipale e di Piazza Torlonia), inaugurandolo a tutti gli effetti. Era il pomeriggio di sabato 30 dicembre 1950.[10]