Il singolo comprende le due tracce Prada e Rakata, realizzate da Arca e dal produttore venezuelano CardoPusher.[5][6]
Il testo di Prada racconta di una festa in una pista da ballo, in cui la cantante indossa per l'appunto tacchi Prada e si definisce «bella», mentre chiede al partner di portarla a letto, con la descrizione di un rapporto sessuale in cui i due si penetrano a vicenda («io ti dò / e poi tu mi dai»).[7] In Rakata la cantante ribadisce il proprio desiderio sessuale, tale che «potrebbe mangiarsi il mondo». Mentre sulla pista da ballo risuona il furruco (uno strumento a percussioni venezuelano), il «flusso psicopatico» della protagonista «continua a scorrere nelle sue vene» e questa afferma di voler penetrare il compagno «senza condanna» e «senza pietà». Nel ritornello, la cantante afferma di voler «lanciare» all'altro un rakatà, palindromo della parola spagnola atacar, ovvero "attaccare" in senso erotico.[8]
La stessa Arca, annunciando il rilascio dei brani, ne ha voluto fornire una descrizione:[9]
«Prada celebra la versatilità psicosessuale; è una canzone che parla esplicitamente dell'essere trans e delle modalità non-binarie di cogliere l'energia sessuale del subconscio collettivo come una celebrazione della vita; è una canzone sullo sfidare il pudore e sul guarire dalle ferite ancestrali; sul futuro del desiderio e sull'amore come un nastro di Möbius; sul capriccio come un motore, sul sesso e sull'amore, e soprattutto sulla simultaneità d'essere capaci di arrendersi e sottomettersi, così come di sopraffare e dominare all'interno di uno spazio di consenso creato con collaborazione; sul gettare lustrini in faccia ai demoni che abbaiano, in modo da far loro sapere che l'amore si estende completamente attraverso l'ampiezza del mistero della vita e della morte.
Rakata è una canzone sulla seduzione, sul voler divorare il mondo intero per il desiderio di scopare, senza vergogna, senza condanna, sul sesso come impulso vitale di fronte alla morte; è anche un ammiccamento e un cenno al calore interno generato dalle condizioni calde e umide che hanno dato vita alla musica latina, un omaggio alla regalità del reggaeton, di Wisin & Yandel, dei tamburi venezuelani, del furruco – strumento che sento come una tecnologia sub mass, folklore venezuelano contemporaneo, vita ed erotismo nati vicino al calore dell'equatore.»
Il video musicale del singolo, diretto da Frederik Heyman e dalla stessa cantante, è stato pubblicato il 3 novembre 2021 attraverso il canale YouTube di Arca. Il video presenta un'animazione delle copertine di KICK ii, KicK iii, KICK iiii e Kick IIIII, e vede l'avatar di Arca muoversi e danzare in diversi scenari futuristici.[9] La scena iniziale è inoltre un riferimento alla statua della divinità venezuelana María Lionza, cavalcante un tapiro, ad opera di Alejandro Colina e situata a Caracas.