«Ad instantiam Ill. Senatus Panormi petentis ab Excellentia sua licentiam diruendi Ecclesiamo S. Mariae de Itria fubtus Regium Palatium, & propè moenia de Itria hujus Urbis Panormi, ad effectum faciendi stratam, per quam itur ad novam Portam facienda in dicto loco»
L'assenso dell'arcivescovo arrivò solo in funzione della costruzione della nuova chiesa di Santa Maria dell'Itria sorta a poca distanza dalla stessa a carico del senato palermitano. La porta dopo aver perso il suo utilizzo per la costruzione extra moenia fu distrutta nel 1879c. per allargare la via e far posto ad abitazioni, attualmente è ancora presente il ricordo di questa porta grazie alla toponomastica della via che la attraversa virtualmente che ha cambiato nome da via dei Tedeschi a via Porta di Castro.
Struttura
La porta era decorata a doppio cornicione seguendo il motivo degli intagli, al centro era coronata da un'aquila di marmo con le ali aperte, mostrante le armi reali. L'aquila era fiancheggiata a destra da uno scudo recante le insegne del viceré Francesco di Castro, mentre alla sinistra dell'aquila un altro scudo reca la figura di un'altra aquila, questa simbolo della città di Palermo.[1] La porta era ad arco a sesto lievemente ribassato, sull'architrave è presente il motivo decorativo dei festoni, mentre alla base dell'arco sono presenti delle figure antropomorfe. Il manufatto misurava 40 palmi di altezza per 20 di larghezza.[1]
Iscrizioni
Su entrambi i fianchi della porta erano presenti delle iscrizioni, sul fianco sinistro troviamo:
«Porta de Castro aperta est anno
CIC IC CXX
D. ALvaro de Rivadiberia Praetore, Posillipo Playa