Nata tra fine Settecento e inizio Ottocento, si è chiamata "olio e pomodoro" fino agli anni settanta del Novecento, quando le è stato dato il nome di una pizza di inizio Settecento che veniva mangiata dai pescatori al ritorno dalle uscite in barca. A quel tempo il pomodoro non era ancora usato tra le principali pietanze napoletane e la "marinara" era totalmente diversa da quella attuale, perché fatta con acciughe, capperi, origano, olive nere di Gaeta e olio.[8]
Francesco de Bourcard nel 1866 riporta[9] la descrizione dei principali tipi di pizza, ossia quelli che oggi prendono nome di pizza "marinara", pizza "Margherita" e "calzone":
«Le pizze più ordinarie, dette coll'aglio e l'oglio, han per condimento l'olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l'origano e spicchi d'aglio trinciati minutamente. Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite collo strutto, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basilico. Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di mozzarella. Talora si fa uso di prosciutto affettato, di pomidoro, di arselle, ec. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi calzone.»
(Francesco de Bourcard, Usi e costumi di Napoli, Vol. II, pag. 124)
«Per preparare la Marinara, bisogna deporre al centro del disco di pasta 80 grammi di pelati frantumati, spargendoli a spirale. Con lo stesso movimento si aggiungono sale e origano, uno spicchio d'aglio a fettine, 4-5 grammi di olio extravergine»