Pittore di Lipari

Ceramica del Pittore di Lipari

Pittore di Lipari (in greco antico: Exēkíās?; fl. III secolo a.C.) è il nome convenzionale assegnato ad un anonimo pittore siceliota di vasi policromi, attivo nell'Italia meridionale nel periodo di transizione tra la fine dell'era classica e l'inizio del periodo ellenistico (prima metà del III secolo a.C.). Deve il suo nome al fatto che quasi tutti i vasi a lui attribuiti provengono dall'isola di Lipari. Il pittore di Lipari è un anonimo pittore siciliano di vasi policromi greci che era attivo nell'Italia meridionale nel periodo di transizione tra la fine dell'era classica e l'inizio del periodo ellenistico (prima metà del III secolo a.C.).

Lo stile

È di Arthur Dale Trendall[1] il merito di aver primo identificato la mano di questo pittore di vasi. Secondo Trendall, questo pittore si installò sulla costa settentrionale della Sicilia e la presenza della sua produzione a Lipari è risultata da importazione. Madeleine Cavalier ha mostrato da allora[2], basandosi sui nuovi vasi della necropoli di Lipari attribuibili a questo pittore, sembra essere più probabile che si tratti di una produzione locale di Lipari. Trendall ha datato le produzioni del pittore di Lipari nell'ultimo quarto del IV secolo a.C. basandosi sui risultati dei nuovi scavi, Madeleine Cavalier ha ritenuto di abbassare questa datazione di circa venti anni, mentre gli studi più recenti, di M. Denoyelle, S. Barresi, F. Caruso e M.A. Mastelloni hanno ricondotto l'attività della bottega all'ultimo ventennio del IV sec. ed al primo decennio del III sec. a.C..

La tecnica utilizzata combina la tecnica dei vasi con figure rosse e vari colori: blu, giallo, bianco, applicato alla tempera dopo la cottura, il che rende questi colori fragili[3]. Il loro fissaggio è facilitato dall'uso del caolino, come strato preparatorio. Le ceramiche sono di uso non esclusivamente funerario, i vasi più riprodotti erano la lekane, la pisside skyphoide e il lebes gamikos. Vi sono anche piccoli vasetti come: aryballoi. lekythoi, bottiglie e alabastra contenenti in genere profumi.

L'importanza del pittore di Lipari risiede nella volontà di rendere originali delle figurazioni standardizzate per i riti funerari, con le medesime immagini e stili. Egli varia la gamma di colori di uno stile di Gnathia aggiungendo motivi vegetali, ovuli, kymatia dorici o lesbico-tarantini e fasce d'angolo.

Egli aveva degli alunni o dei continuatori, come il pittore della Sphendone bianca, il pittore di Tre Nikè, il pittore della Colomba, il pittore di Falcone.

La maggior parte dei vasi del pittore di Lipari proviene dalla necropoli di Ctd. Diana sull'isola, ma anche dal Santuario periurbano ex proprietà Maggiore ed è esposta principalmente nella sala XXIV del Museo Archeologico Regionale Eoliano.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ The Red-figured Vases of Lucania, Campania and Sicily, University of London, Institute of Classical Studies, 2 vol., 1967.
  2. ^ Nouveaux documents sur l'art du Peintre de Lipari, op. cit.
  3. ^ «Le opere del pittore di Lipari, con i loro colori evanescenti, sono simili ai vasi funerari attici con fondo bianco a colori policromi fragili come gli affreschi: che significato avevano queste immagini spettacolari che catturano l'occhio per un breve momento per scomparire per sempre, senza preoccupazione per la perennità? Tutti i lavori erano programmati per le tombe?» Hélène Cassimatis, « Imageries de la céramique paestane », Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, 124-1, 2012.

Bibliografia

  • Madeleine Cavalier, Nouveaux documents sur l'art du Peintre de Lipari (Collection du Centre Jean Bérard), Naples, Institut français, 1976, 66 p., 61 pl. 2 cartes.
  • Madeleine Cavalier, « L'atelier du peintre de Lipari au cours de la première moitié du IIIe siècle av. J.-C. », in L'Italie méridionale et les premières expériences de la peinture hellénistique, Actes de la table ronde de Rome, 18 février 1994 (« Collection de l'École française de Rome », 244), Rome, École française de Rome, pp. 191-202.
  • Maria Amalia Mastelloni, Volti divini e figure umane a Lipára, in Lipára ed il teatro in età tardoclassica ed ellenistica, a cura di M. A. Mastelloni, Palermo 2015, pp. 13-38
  • Maria Amalia Mastelloni, I pittori di Lipari, delle Tre Nikai e di Falcone: l'apporto delle analisi alla ricerca, in Lipára ed il teatro in età tardoclassica ed ellenistica, a cura di M. A. Mastelloni, Palermo 2015, pp. 73-75 Pdf
  • Barone G, Di Bella M, Mastelloni MA, et al. Pigments characterisation of polychrome vases production at Lipára: New insights by noninvasive spectroscopic methods. X- Ray Spectrometry. 2017, pp. 1–12. https://doi.org/10.1002/xrs.2810
  • Maria Amalia Mastelloni, Il gruppo del pittore di Lipari e la pittura policroma vascolare della II metà del IV a.C., in Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, III, IV, Contesti, produzioni e circolazioni, M. Cipriani, A. Pontrandolfo, M. Scafuro, Paestum 2019, pp. 813-830.
  • Maria Amalia Mastelloni 2021, Sacrifici femminili, semata ed altari nelle raffigurazioni policrome su ceramiche e terrecotte di IV sec. a.C. a Lipari, in Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, IV, cura di M. Cipriani, A. Pontrandolfo, M. Scafuro, Paestum 2019, Paestum, pp. 707-722

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