Le fonti letterarie che hanno tramandato il nome di questo pittore sono Plinio (Nat. hist., XXXV, 112) e Properzio (III, 9, 12). Benché non se ne conosca il periodo di appartenenza è stato assegnato all'età ellenistica per la tipologia dei soggetti trattati, ossia soggetti semplici per i quali è stato dalle fonti nominato rhyparogràphos (pittore di cose sordide). In realtà eseguiva scene tratte dalla natura e dalla vita quotidiana. Ernst Gombrich, in Norma e Forma (1966), ha evidenziato come sia stata proprio la descrizione pliniana della figura di Pireico (originariamente dotata di connotazioni negative) a fornire alla pittura di genere e agli artisti specializzati in soggetti minori una sorta di credito, o spazio, all'interno della rigida teoria artistica rinascimentale.
Bibliografia
Lucia Guerrini, Peiraikos, in Enciclopedia dell'arte antica classica e orientale, vol. 6, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1965.
Ernst Hans Gombrich, Norma e forma : studi sull'arte del Rinascimento, Torino, Einaudi, 1973, pp. 164-165.