Appassionatosi fin da ragazzo al mondo dell'aviazione, abbandonò gli studi per rispondere ad un bando di concorso della Regia Aeronautica ed il 20 luglio1935 si arruolò volontario quale Aviere Allievo Sergente del corso speciale di pilotaggio nel ruolo combattente dell’Arma Aeronautica. Fu assegnato al Centro A.M. della II Zona Aerea Territoriale presso l’aeroporto di Padova dove prestò giuramento il 18 agosto seguente.[1] Il 22 agosto fu ammesso a frequentare la scuola primaria di volo del Centro “Arturo dell’Oro” della III Z.A.T dell’aeroporto di Pisa.[2] Il 4 dicembre1935, in qualità di Primo Aviere Pilota fu avviato alla Scuola di Pilotaggio Aereo dell’aeroporto di Malpensa e successivamente, il 6 aprile1936, fu assegnato al reparto di destinazione nel 5º Stormo d’Assalto di stanza presso l’aeroporto di Ciampino Sud.[2] Promosso al grado di Sergente Pilota il 6 giugno1936[2]; fu decorato di Medaglia di Bronzo al Valore Aeronautico il 1º febbraio1938.[3][4][5] Nel giugno del 1938 fu scelto dal Capitano Ercolano Ercolani per far parte del costituendo Reparto Sperimentale di Volo a Tuffo[6][7] che, nel maggio1940, divenne unità bellica con la denominazione "96º Gruppo di Bombardamento a Tuffo" i cui voli di prova e addestramento venivano effettuati sul campo volo di Guidonia con aerei SM. 85 appositamente progettati e costruiti dalla SIAI Marchetti di Sesto Calende.[8] Il 1º ottobre 1938 fu promosso per anzianità al grado di Sergente Maggiore.[9] Poco prima della seconda guerra mondiale i piloti del suo reparto furono chiamati “Picchiatelli” con evidente riferimento alle difficoltà ed al tipo di volo.[10]
Il 3 giugno1940 tale Gruppo fu trasferito all'aeroporto militare di Pantelleria e fu presto impiegato in operazioni di pattugliamento e ricerca. Il 20 giugno infatti il Sergente Maggiore Mazzei effettuò una ricognizione a vista di Tunisi ed il 30 giugno compì una ricerca di unità avversarie avvistate a ovest di Lampedusa, in vicinanza di Capo Bon (Tunisia).[11][12]br>
Tuttavia il velivolo in dotazione al 96º Gruppo, lo S.M. 85, alla prova dei fatti, rivelò di non possedere i requisiti necessari alle importanti missioni attese dallo Stato Maggiore, che mirava ad un attacco diretto a Malta[11][13][14] e, non essendo l’industria nazionale in grado di fornire in tempi brevi un altro aereo a ciò adatto, il Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica Generale Francesco Pricolo si mise in contatto con il suo omologo germanico avanzando la richiesta di acquistare un certo numero di Junkers Ju 87 Stuka.[11][15] Il 5 luglio1940 fu pertanto scelto un gruppo di venti piloti, tra cui il Serg.Mag. Pietro Mazzei, che furono subito inviati alla Stukaschule presso l’aeroporto Thalerhof di Graz (Austria), per un corso di istruzione e di esercitazione di volo su aerei Junkers Ju-87.
Il 15 agosto seguente, dopo un mese di corso, il Serg. Mag. Pietro Mazzei ed altri colleghi della 236°e della 237ª squadriglia tornarono in Patria con il primo scaglione di Stuka B-2 e Stuka R-2 e, dopo uno scalo di due giorni a Ciampino Est, ripartirono per la loro nuova base, Comiso, dove atterrarono il 21 agosto1940.[16] Nel corso dei giorni seguenti i Picchiatelli furono impegnati in azioni dirette nel Mediterraneo orientale.[17] Il 2 settembre1940, una squadriglia di "Picchiatelli", tra cui quello del Serg.Mag. Mazzei, compì un attacco a tre navi da guerra inglesi a tre miglia da La Valletta[18][19][20][21][22][23] ed il 5 settembre1940 un attacco all'aeroporto di Ħal Far (Malta).[24][25] Alla vigilia della dichiarazione di guerra alla Grecia questo Gruppo venne trasferito all'aeroporto di Lecce-Galatina dal 27 ottobre1940.[11]
Il Sergente Maggiore Mazzei, frattanto promosso al grado di Maresciallo Pilota,[9] partecipò il 2 novembre ad un attacco agli impianti di Corfù, il 4 novembre alle batterie nemiche di Giannina (Grecia), l’11 novembre ad un bombardamento in picchiata del ponte sull'istmo del lago di Presba (Macedonia).[26][27] Per il resto del mese, con cadenza quasi giornaliera prese parte ad analoghi attacchi a postazioni militari nemiche in territorio greco albanese.[28] In relazione a queste azioni militari fu decorato con Medaglia d’Argento per il suo comportamento determinato e sprezzante del pericolo.[29][30][31] L’8 gennaio1941 il 96º Gruppo ricevette l’ordine di tornare celermente alla base di Comiso con l’incarico di cooperare ad impedire il transito di un vasto convoglio navale inglese (Operazione Excess) attraverso il Canale di Sicilia.[32] Il 10 gennaio1941 la 236ª squadriglia (Ten. Fernando Malvezzi, Maresciallo Pietro Mazzei, Sergente Maggiore Giampiero Crespi), nel cielo del Mediterraneo, colpì in pieno l’incrociatore inglese HMS"Southampton" che riportò danni irreparabili.[9][33][34][35][36][37]
In merito a questa azione il Maresciallo Mazzei fu decorato di Medaglia d’Argento al valor militare "sul campo".[31][38] Ai primi di febbraio1941 cinque aerei della 236ª squadriglia tra cui quello del Maresciallo Pietro Mazzei furono inviati in Libia.[39]
Il 9 aprile1941 i velivoli della 236ª squadriglia, durante una tappa di avvicinamento a Tobruk, discesi da poco sull'aeroporto di Derna, furono oggetto di mitragliamento da parte di cinque caccia Hurricane del 73 Squadron RAF piombati sul campo a volo radente. Il Maresciallo Mazzei, ferito, fu trasportato all'ospedale di Bengasi dove morì il 12 aprile1941.[5][40][41]
I suoi resti rimasero in Libia fino a che la famiglia ne chiese il rimpatrio nel 1972, dopo l'ondata
di nazionalismo sollevata dal colonnello Muhammad Gheddafi che minacciava la distruzione dei cimiteri italiani in quel Paese.
«Mazzei Pietro, Sergente: Pilota ardito e appassionato, durante un volo in pattuglia venuto a trovarsi in collisione con un gregario, con l’apparecchio gravemente danneggiato, anziché affidarsi al sicuro lancio col paracadute, riusciva a portare in campo il proprio velivolo evitando ulteriori danni al materiale. Cielo di Ciampino Sud 1/2/1938".»
«Mazzei Pietro, Sergente maggiore: Valente pilota da bombardamento in picchiata già più volte distintosi nei cieli di Malta e di Grecia, nonostante la micidiale difesa contraerea, si abbassava a pochi metri e colpiva in pieno con una bomba di grosso calibro l'incrociatore nemico Southampton che successivamente si incendiava e affondava.» — Cielo del Mediterraneo, 10 gennaio 1941.
«Mazzei Pietro, Sergente Maggiore: Valoroso pilota di velivolo da bombardamento in picchiata eseguiva numerosi attacchi su formazioni navali e munitissime basi nemiche. Malgrado la precisa e violenta reazione contraerea e i ripetuti attacchi della caccia avversaria, riusciva a colpire, danneggiandoli gravemente, gli obiettivi assegnatigli. In numerose azioni da volo radente, sfidando il fuoco contraereo, mitragliava truppe, salmerie, mezzi meccanizzati nemici, rientrando alla base più volte colpito.» — Cielo del Mediterraneo e della Grecia, giugno-dicembre 1940.
^ Arrigo Petacco, 1940 giorno per giorno attraverso i bollettini del Comando supremo, 1ª ed., Milano, Leonardo Editrice, 1989, p. 105, ISBN88-355-0064-8.
^ Arrigo Petacco, 1941 giorno per giorno attraverso i bollettini del Comando supremo, 1ª ed., Milano, Leonardo Editrice, 1990, p. 16, ISBN88-355-009-66.
^ Giovanni Massimello, Giorgio Apostolo, Gli assi italiani della seconda guerra mondiale, Gorizia, LEG - Libreria editrice goriziana, 2012, p. 126, ISBN88-6102-117-4.
Alberto Borgiotti, Cesare Gori, Gli Stuka della Regia Aeronautica Italiana, Roma, Stato Maggiore Aeronautica, 1976.
Alberto Borgiotti, Cesare Gori, 96º Gruppo di Bombardamento a Tuffo, Modena, Mucchi, 1978, ISBN88-7000-010-9.
Nino Arena, La Regia Aeronautica 1939-1943, Roma, Stato Maggiore Aeronautica, 1981.
Giovanni Massimello, Giorgio Apostolo, Gli assi italiani della seconda guerra mondiale, Gorizia, LEG - Libreria editrice goriziana, 2012, ISBN88-6102-117-4.
Arrigo Petacco, 1940, Giorno per giorno attraverso i bollettini del Comando Supremo, Milano, Leonardo, 1989, ISBN88-355-0064-8.
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Francesco Pricolo, La Regia Aeronautica nella seconda Guerra mondiale, Milano, Longanesi & C., 1972.
Francesco Pricolo, Ignavia contro Eroismo, L'avventura italo-greca, Milano, Longanesi & C., 1946.
Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, Arnoldo Mondadori, 1993, ISBN88-04-44940-3.
Nico Sgarlato, Caccia e bombardieri della Regia Aeronautica, Parma, Delta Editrice snc, 1995.