Pietro Abbati nasce dalla famiglia degli Abbati, nobili dal XVI secolo e alleati alla famiglia modenese dei Marescotti, dei quali aggiunsero il proprio nome ed il titolo di conte trasmissibile ai discendenti maschi in conferimento dei meriti matematici, artistici e di strutture idrauliche, con decreto del Duca Francesco IV d'Austria d'Este del 10 luglio 1818.
Per lo stesso duca Francesco IV fu consigliere di Stato per la pubblica Economia e per la Istruzione.
Gli Abbati Marescotti sono una casata modenese iscritti al ceto Conservatorio fin dal sec. XVI la quale ha dato i famosi pittori Niccolò (??? - 1571) ed Ercole (??? - 1613), da un Pietro di Paolo proveniente da Castelnuovo di Sotto nel Reggiano, aromatario ducale, morto il 30 gennaio 1702. Un suo nipote Pietro di Bernardino (1693-1762) fu valente matematico e studioso di idraulica ed anche buon letterato.
Stemma di famiglia
Lo stemma di famiglia è così formato:
nel primo troncato
d'azzurro al leone d'oro incatenato ad un pioppo nodrito sradicato al naturale in destra sulla pianura
tagliato d'oro a tre tortelli di rosso poste 2 e 1.
nel secondo troncato:
fasciato d'argento e di rosso di sei pezzi alla pantera di oro, rampante ed attraversante sul tutto, col capo d'oro, caricato di un'aquila di nero
Ulteriori studi matematici, e scambi con il Ruffini, ebbero come oggetto problemi diofantei del tipo di Fermat, proprietà dei numeri primi, teoria delle probabilità, l'individuazione del numero delle radici immaginarie e il confronto coi risultati di P. Paoli, le relazioni tra le radici dell'equazione e i coefficienti, la regola di Cartesio per equazioni incomplete, le proprietà delle permutazioni sulle radici di un'equazione di quarto o quinto grado, l'equazione delle differenze, le funzioni razionali delle radici, la risoluzione per approssimazione ed il relativo metodo di Lagrange.
I principali eventi della vita, riportati in ordine cronologico:
1802 "Lettera al socio Paolo Ruffini" (scritta il 30 settembre, in Modena): Ruffini aveva già scritto l'irrisolubilità delle equazioni fino del quinto grado. Con questa lettera l'Abbati Marescotti estende tale dimostrazione d'irrisolubilità per le equazioni di grado superiore al quinto.
1807(?) a seguito della Restaurazione il Duca Francesco IV lo nomina Consultore
1810(?) il Duca Francesco IV lo nomina Consigliere del Ministero di Pubblica Economia ed Istruzione, e responsabile in particolare della direzione di acque e strade
1818: a seguito dei contributi nel mondo scientifico, artistico ed infrastrutturale, gli viene conferito il permesso di unire il proprio cognome a quello del casato Marescotti, assieme al conferimento del titolo di conte.
1824: pubblica Sopra un problema dei signori Daniele Bernoulli, e de la Grance - memoria del Sig. Conte Pietro Abbati Marescotti
1826: viene nominato membro dell'Accademia nazionale delle scienze, detta anche "Accademia dei XL" (quaranta, costituita dai quaranta maggiori uomini di scienza dell'epoca) o "Società Italiana delle Scienze"
1833: inaugura il teatro Abbati Marescotti, chiuso poi nel 1866
Opere
Si conoscono circa trenta lettere inviate dall'Abbati al Ruffini, un epistolario conservato presso la Biblioteca estense e presso l'Archivio Ruffini dell'Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena. Queste lettere sono tutte inedite ad eccezione di quella pubblicata da E. Bortolotti[Enea o Ettore?] nel carteggio di Paolo Ruffini.
Fu autore inoltre di:
5 memorie a stampa (la più nota à la Lettera al socio Paolo Ruffini, riedita nel II tomo delle opere di Ruffini ed in cui egli fornisce un completamento al teorema sull'insolubilità delle equazioni)
5 memorie manoscritte (conservate oggi presso la Biblioteca estense di Modena, ed inedite)
Scrisse un poema satirico in quattordici canti, Il Mondo della Luna, con protagonista Cyrano di Bergerac, prendendo di mira personaggi modenesi. Di lui restano sonetti di occasione. Il Mondo della Luna è conservato manoscritto presso la famiglia dei conti Abbati-Marescotti. Copia del manoscritto "completato nelle parti mancanti poiché rosicchiato dai topi" rilegato e illustrato fu fatta nel 1878 a Lesignana di Modena nell'abitazione del conte Paolo Abbati Marescotti, da Giorgio Ferrari Moreni; il manoscritto è conservato presso la famiglia Brugioni Abbati Marescotti. Un saggio a stampa del poemetto è stato pubblicato sempre da G. Ferrari Moreni, nel 1879, nel suo libro sull'Abbati.
Cariche e affiliazioni
Oltre alle citate cariche, fu membro dei seguenti sodalizi:
la Biografia di P. Riccardi: "Notizie della vita e delle opere del Conte Pietro Abbati Marescotti", edita nel 1879 in Modena, Soc. Tip. Antica Tipografia Soliani, e ristampata in "Atti e Memorie R. Deputazione di Storia Patria delle Provincie Modenesi", 6, 1, 1908, pp. 3-7.
Sandrini, G. – Abbati Marescotti “commentatore” di Ruffini, Tesi di laurea, Univ. di Modena (1991-1992)
Gliozzi, M. – Abbati Marescotti, Pietro, in: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1960, Vol. I, 29-30
Annuario della Nobiltà Italiana, 2003-2005
Abbati, P - Lettera al socio Paolo Ruffini, in: Mem. Mat. Fis. Soc. Ital. Scienze, T.X, p.II (1803),385-409; in: Opere Matematiche di Paolo Ruffini, a cura di E. Bortolotti, T.II, 1953,469-486.
Barbensi, G. - Paolo Ruffini, Modena, Accademia di Scienza, Lettere e Arti, 1956
Barbieri, F. - Cattelani Degani, F. - I corrispondenti di Paolo Ruffini, in: Atti Mem. Accad. naz. Sci. Lett. Arti Modena (7)13(1995-96),17-26
Franci, R. - L'algebra in Italia dal 1799 al 1813, in: Physis, 29, fasc.3, (1992), 745-770
Peretti, R. – La risoluzione approssimata di un'equazione secondo Lagrange. Riflessioni ed aggiunte di Pietro Abbati Marescotti, Tesi di laurea, Univ. di Modena (1991-1992)