La periodizzazione è la suddivisione convenzionale della storia dell'umanità in periodi di tempo, ciascuno contraddistinto da una serie di caratteri originali tali da renderlo individuabile rispetto alle fasi storiche immediatamente precedenti e successive. Ogni periodo di tempo così individuato è compreso tra due eventi significativi che ne segnano l'inizio e la fine.
Nonostante il suo carattere semplificatorio e inevitabilmente convenzionale, quella della periodizzazione resta un'operazione di importanza fondamentale nelle discipline storiche, dal momento che consente di "pensare" in termini schematici il passato e di facilitare la collocazione temporale di un evento. Inoltre la didattica della Storia spesso trova grande giovamento nel suddividere la storia in periodi definiti convenzionalmente, operazione tipica del resto anche di altre discipline storiche, come la geologia e la paleontologia. La periodizzazione della Storia serve infatti a dare un senso al passato e a non vederlo come una semplice successione di eventi[1].
Per il suo carattere convenzionale, tale suddivisione è soggetta a dibattiti e a opinioni diverse, specie per ciò che riguarda i termini post quem e ante quem, cioè le date di inizio e fine di ciascuna età[2][3].
Inoltre, ogni epoca storica guarda il passato con un'ottica particolare, dovuta alla temperie culturale del tempo; ciò porta alla successione di diversi schemi di periodizzazione, elaborati in diversi periodi; preferire una determinata periodizzazione piuttosto che un'altra significa interpretare il corso degli eventi in modo differente o anche da prospettive differenti.
Nella storiografiaoccidentale, nello scorrere del tempo successivo alla Preistoria, si identificano tradizionalmente le seguenti età: Età antica, Medioevo, Età moderna, Età contemporanea[4]. Nelle storiografie di altre aree culturali esistono altri tipi di periodizzazione, che meglio descrivono contesti storici diversi da quello occidentale[5].
Periodizzazione della Storia più utilizzata in Occidente, con le date di separazione tra le età. La Preistoria è rappresentata solo in piccolissima parte.
I vari periodi in cui, per convenzione, si suddivide la storia dell'umanità sono chiamati età o evi (ad esempio: Evo Antico o Età Antica)[6].
Per la Preistoria si utilizza esclusivamente il termine "età" (Età della Pietra, Età della pietra scheggiata - oggi detta comunemente Paleolitico, Età della pietra levigata - oggi detta comunemente Neolitico, Età dei Metalli, Età del Rame, Età del Bronzo, Età del Ferro); per riferirsi al Paleolitico e al Neolitico si usano anche le locuzioni "età paleolitica" e età neolitica"[7]. Per l'arco di tempo successivo alla Preistoria si usano invece i termini "età" o "evo" come sinonimi (Età Antica o Evo Antico, Medioevo - in cui il termine "evo" è incorporato nella parola, Età Moderna o Evo Moderno, Età Contemporanea o Evo Contemporaneo); per riferirsi al Medioevo si usa anche la locuzione "età medievale"[8].
Il termine epoca, al contrario, è usato correntemente per indicare un periodo di tempo avente determinate caratteristiche, che però non è convenzionalmente determinato: le varie epoche non sono pensate per suddividere l'intero arco della Storia, ma per estrapolarne alcune particolarità, spesso anche geograficamente delimitate (ad esempio: "epoca d'oro islamica", "epoca eroica dell'esplorazione antartica"[9]).
Schema della periodizzazione più usata in Occidente
Preistoria: dalle prime testimonianze dell'esistenza dell'uomo[11] all'invenzione della scrittura[12] (non sono indicate le date di separazione tra le varie età, in quanto esse variano nei vari contesti geografici del pianeta):
Utilizzo dei concetti occidentali in altre aree culturali
In aree culturali diverse da quella europea e mediterranea esistono modelli di periodizzazione specifici, ma spesso si utilizzano anche i concetti occidentali di Preistoria, Paleolitico, Neolitico, Età Antica, Medioevo, Età Moderna, Età Contemporanea, per analogia[19]. In questi casi, però, le date di separazione tra le varie età non sono quelle utilizzate per l'Europa e i paesi del Mediterraneo, ma quelle valide nei vari contesti.
Per quanto riguarda il Medioevo, ad esempio, si parla di "Medioevo giapponese" (1185-1333)[20], di "Medioevo cinese" (220-589)[21] e di "Medioevo indiano" (1206-1707[22] o, secondo un altro criterio, che consente di stabilire più precise corrispondenze tra il Medioevo indiano e quello occidentale, 550-1556[23]).
Parimenti, le espressioni "Paleolitico", "Neolitico" ed "Età del Bronzo" si usano anche per l'America[24], l'Asia e l'Africa[25], mentre per l'Australia si parla di "Paleolitico"[26] e per l'Oceania nel suo complesso anche di "Neolitico" e di "Età dei Metalli"[27].
Età Contemporanea Grattacieli a Dubai, tra cui il Burj Khalifa, il più alto del mondo
Ricerca di nuovi tipi di periodizzazione
La molteplicità di modelli di periodizzazione diversi nelle varie aree culturali del pianeta rappresenta un problema serio quando si vogliono descrivere processi storici di portata mondiale. La necessità di avere a disposizione schemi validi per tutte le aree culturali e per tutti i continenti ha portato alla formulazione di proposte di periodizzazione di tutta la Storia mondiale alternative a quella tradizionale attraverso criteri che si adattano non ad un solo contesto, ma che siano validi per tutte le civiltà del pianeta[32].
Tre protagonisti della periodizzazione della storia mondiale
Vere Gordon Childe
Ernest Gellner
Yuval Noah Harari
L'archeologo australiano Vere Gordon Childe (1892-1957), l'etnologo statunitense Ernest Gellner (1925-1995) e lo storico israeliano Yuval Noah Harari (1976-vivente), ciascuno indipendentemente dall'altro, hanno contribuito all'elaborazione di una periodizzazione della Storia valida per tutte le aree culturali.
Ernest Gellner ha diviso la storia mondiale in tre periodi: quello delle società di cacciatori e raccoglitori, quello delle società agricole e quello delle società industriali, separati l'uno dall'altro da due rivoluzioni di portata mondiale: la Rivoluzione neolitica del XII millennio a.C. e la Rivoluzione industriale tra il XVIII° e il XIX° secolo. In ciò segue le idee di Childe, dalle quali però si distacca per quanto riguarda la Rivoluzione urbana, che egli considera un evento di minore importanza nella periodizzazione della storia dell'umanità, rispetto alla Rivoluzione neolitica e alla Rivoluzione industriale[34].
Yuval Noah Harari, a sua volta, ha rielaborato le idee di entrambi, aggiungendo una terza rivoluzione: la "Rivoluzione cognitiva", da lui posta all'inizio della Storia; rispetto a Gellner, inoltre, egli suddivide la Storia non in tre, ma in quattro periodi: il primo inizia appunto dalla "Rivoluzione cognitiva", che segna lo sviluppo dell'immaginazione umana; il secondo periodo inizia dalla "Rivoluzione agraria", termine che corrisponde alla Rivoluzione neolitica di Childe e di Gellner, il terzo periodo inizia dalla formazione di imperi che interessano vaste aree di uno o più continenti; il quarto periodo, infine, inizia dalla Rivoluzione scientifica[35].
Un esempio significativo di periodizzazione attuale
Sulla base delle idee rappresentate da Childe, Gellner, Harari ed altri ricercatori, sono sorti vari modelli di periodizzazione globale. Come esempio significativo delle attuali tendenze storiografiche e didattiche di periodizzazione della storia dell'umanità, si presenta di seguito uno schema che identifica nove epoche storiche; esso è stato specificamente elaborato per consentirne l'applicazione a tutte le aree culturali del pianeta[36]. Pur essendo un modello alternativo a quello tradizionale, è possibile stabilire delle precise corrispondenze tra i vari periodi dei due modelli. In questa proposta, gli elementi fondamentali utilizzati per disegnare la periodizzazione sono[36]:
rapporto con l'ambiente (modi di procurarsi cibo, materie prime, energia);
organizzazione politica e sociale (divisione del lavoro, esercizio del potere);
cultura (arte, letteratura, musica, religione);
interazioni fra le varie società e vari continenti, pacifica o conflittuale (commerci, guerre).
3. Dalle città agli imperi (IV millennio a.C. - V secolo d.C.)
Comprende il periodo in cui la Rivoluzione urbana si diffonde, dapprima nelle culle delle città e poi in vaste aree del globo: i villaggi crescono di dimensioni e di abitanti diventando città, si ha la formazione dello Stato, con la costituzione prima di città-stato, poi di regni e infine di imperi. Caratteristica del periodo è anche la persistenza del nomadismo in vaste aree del pianeta.
In qualche modo trova corrispondenza nel concetto tradizionale di Età antica.
4. Imperi fra crisi e ristrutturazioni (V - XV secolo)
L'Europa, l'Africa settentrionale e l'Asia sono caratterizzate dallo scontro tra gli imperi e le popolazioni nomadi, mentre altre aree del mondo vivono fenomeni diversi, ma sempre legati all'urbanizzazione e alla formazione di nuovi stati.
In qualche modo trova corrispondenza nel concetto tradizionale di Medioevo.
5. Espansione europea nel mondo e inizio della globalizzazione (V - metà XVII secolo)
Comprende il periodo in cui gli europei espandono progressivamente la loro influenza in tutti i continenti, dando l'avvio alla prima fase di globalizzazione, segnata da uno scambio sempre più intenso di esseri umani, piante, animali ed agenti patogeni.
In qualche modo trova corrispondenza nel concetto tradizionale di Età moderna, fatta però terminare non con la Rivoluzione francese (1789), ma con quella industriale (metà del XVIII secolo).
A partire da questo punto, in questo esempio di periodizzazione si nota una particolare attenzione alla storia più recente, suddivisa in periodi assai più brevi rispetto a quelli precedenti, per un motivo puramente didattico: fornire al cittadino informazioni più ampie sul proprio tempo.
I tre periodi seguenti corrispondono al concetto tradizionale di Età contemporanea, fatta però iniziare dalla Rivoluzione industriale (metà del XVIII secolo) e non da quella francese (1789).
6. Rivoluzione industriale (metà XVII - metà XIX secolo)
È il periodo in cui avvengono quattro grandi rivoluzioni che hanno cambiato completamente e irreversibilmente il quadro mondiale precedente: la Rivoluzione industriale, la Rivoluzione demografica, la Rivoluzione agraria del XVIII secolo e la Rivoluzione francese. I poteri politici tradizionali si dissolvono: in Europa con la Rivoluzione francese, negli altri continenti con la progressiva fine dell'indipendenza dei vari stati, in seguito all'affermazione del colonialismo su scala planetaria.
7. Dall'imperialismo alle guerre mondiali (metà XIX secolo - 1945)
Comprende il periodo in cui gli stati europei hanno il controllo del pianeta, attraverso un colonialismo oramai consolidato. Le potenze europee lottano tra loro per l'egemonia planetaria; nello stesso tempo, il Giappone persegue una politica di espansione nell'area pacifica. Queste lotte sfociano nelle due guerre mondiali.
8. Il mondo diviso in due blocchi (1945 - 1989)
Comprende il periodo in cui, con la fine della Seconda guerra mondiale, emergono due superpotenze: gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, che si contendono, in modo indiretto, il controllo sul pianeta, attraverso la Guerra fredda. Nello stesso tempo, il colonialismo ha termine, attraverso la conclusione della decolonizzazione.
9. Presente (1989 - presente)
Secondo questa proposta il periodo attuale inizia con il 1989, data che, con l'evento simbolico della caduta del muro di Berlino, segna la fine della divisione del mondo in due blocchi politici contrapposti; questa è considerata la più grande trasformazione geopolitica dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Si diffonde la Rivoluzione digitale, che potenzia i fenomeni di globalizzazione.
L'identificazione nel passato dell'uomo di un periodo preistorico avvenne per gradi. Jacques Boucher de Perthes fu tra i primi a intuire l'esistenza di un'attività imputabile a un'umanità arcaica e a provarlo scoprendo nel 1830 un bifacciale; ciò portò alla nascita del concetto di Preistoria[38][39].
I termini Età della Pietra, del Bronzo e del Ferro sono stati per la prima volta impiegati nel 1734 dal francese Nicolas Mahudel, ma fu solo nel 1836 che il danese Christian Jürgensen Thomsen, attribuì delle date precise a questa sequenza di epoche, definendo così il sistema delle tre età, ispirato agli autori classici Lucrezio[40] ed Esiodo[41]
La suddivisione dell'Età della Pietra in Paleolitico e Neolitico venne introdotta da John Lubbock nel 1865.
L'Età del Rame, con il nome di Eneolitico, è stata definita nel 1884 dall'italiano Gaetano Chierici, forse riprendendo alcune idee espresse nel 1881 dall'inglese John Evans, che però non considerava quella del rame un'età a sé stante, ma un semplice periodo di transizione. La possibile confusione tra i termini Eneolitico e Neolitico hanno fatto sorgere agli inizi del Novecento il nome di Calcolitico, ritenuto più chiaro. Anche questo però, si prestava a errate interpretazioni: il suffisso -litico poteva far pensare ad una terza età della pietra, dopo il Paleolitico ed il Neolitico. Si cominciò allora ad usare l'espressione meno ambigua di Età del Rame. Oggi i tre termini sono considerati sinonimi e si è affiancata ad essi una quarta espressione, con lo stesso significato: Prima età dei metalli, per richiamare l'attenzione sul fatto che oltre al rame, tra l'altro mai puro, si usavano contemporaneamente anche altri metalli di reperibilità relativamente facile.
Il termine Medioevo (medium aevum, media aetas) fu usato per la prima volta dagli umanisti italiani del XV secolo; Flavio Biondo[42] lo impiegò nella sua opera Historiarum ab inclinatione romanorum imperii decades, scritta intorno al 1450 e pubblicata nel 1483. Il letterato Giovanni Andrea Bussi impiegò l'espressione media tempestas nel 1469 per indicare la presenza di un tempo intermedio fra l'antichità ed il presente di allora[43], ma idee simili si trovano anche negli scritti di Giorgio Vasari[44], ma anche in Lorenzo Valla e Niccolò Machiavelli. Leonardo Bruni individua un concetto di questo tipo anche nel pensiero del Petrarca.
L'esistenza di una età di mezzo, un Medioevo, proposta dagli umanisti del XV secolo, è uno dei cardini della periodizzazione ed anzi su questo concetto si è poi modellato quello delle altre età: se ammettiamo l'esistenza di un'età di mezzo, è necessario pensare ad un'età precedente, chiamata antica e ad un'età successiva, chiamata moderna. La tripartizione Evo antico - Medioevo - Evo moderno fu infatti proposta pochi decenni dopo l'identificazione del Medioevo, nel 1550, dall'umanista italiano Giorgio Vasari[42].
Cristoforo Cellario riprese i termini Antichità, Medioevo ed Età moderna e li utilizzò per sistematizzare la periodizzazione della storia occidentale.
Punti di dibattito
La stessa idea di dividere la Storia in periodi è a volte discussa[45], ma anche rimanendo fedeli a questo concetto, esistono vari punti della periodizzazione più diffusa che sono oggetto di dibattito[4]: sono state proposte varie date di passaggio tra l'una e l'altra età, a seconda che si voglia porre l'attenzione maggiormente sulle trasformazioni di carattere culturale, economico-politico o infine religioso intercorse tra le due epoche. I principali sono esposti qui di seguito.
Il periodo finale dell'Antichità, insieme al periodo iniziale del Medioevo sono spesso estrapolati e chiamati nel loro insieme Tardo antico; generalmente esso viene compreso tra l'inizio dell'impero di Diocleziano (285), e la fine di quello di Giustiniano (565). Il motivo di questa scelta è che Diocleziano introdusse la Tetrarchia e che Giustiniano promosse la Restauratio Imperii. Non mancano però studiosi che scelgono altre date come inizio e fine del Tardo Antico.
^Pietro Corrao, Paolo Viola, Introduzione agli studi di storia, Donzelli Editore, 2005 (pag. 59 e segg.).
^Per le differenze nella periodizzazione in Italia, Francia, Germania e paesi anglosassoni, si veda: Vittorio Vidotto, Periodizzazione, in Enciclopedia Treccani, VII Appendice (2007)
^Januz Kozlowski, Preistoria, in: Antonio Beltrán, Paleoantropologia e preistoria: origini, paleolitico, mesolitico, Editoriale Jaca Book, 1993 (pagina 63). Consultabile su Google Libri a questa paginaISBN 9788816439139
^Facendo una correlazione con la periodizzazione geologica, la Preistoria inizia insieme all'Era quaternaria.
(EN) Paulette F. C. Steeves. The Indigenous Paleolithic of the Western Hemisphere, U of Nebraska Press, 2021, cap. Paleolithic sites on North America. ISBN 9781496225368.
(EN) Marcel Mazoyer, Laurence Roudart, A History of World Agriculture, New York University Press, 2006 (p. 190). ISBN 9781583671214.
^Indrani Basu Roy, Anthropology, S. Chand Publishing, Nuova Delhi, 2010. ISBN 9788121922593
^(EN) The Australian Journal of Science, volume 22, p. 378.
^(EN) Rintaro Ono, Adhi Agus Oktaviana, Harry Octavianus Sofian, Human Migration from Wallacea to Oceania and the Development of Maritime Networks during the Neolithic to Early Metal Age, in The Archaeology of Island Colonization: Global Approaches to Initial Human Settlement, University Press of Florida, 2021 (pp.293-326). ISBN 9780813066851.
^Chris Rowthorn ed altri, Giappone, edizioni EDT, capitolo "Storia"
^A volte corrispondente alla Dinastia Zhou (Ernesto Balducci, Storia del pensiero umano, volume 1, Cremonese editrice), altre volte alla Dinastia Han ((EN) John Morris Roberts, Odd Arne Westad, The History of the World, capitolo The Classical Age, Oxford University Press, 2013).
^abCome inizio convenzionale dell'età dell'imperialismo si suole prendere il biennio 1857-1858, perché segna l'inizio della colonizzazione francese in Algeria e di quella inglese in India: nel 1857 la Francia completa la conquista dell'Algeria (Si veda: Patricia M. E. Lorcin, Imperial Identities: Stereotyping, Prejudice and Race in Colonial Algeria pag. 18; "The conquest was completed when the French defeated the independent Berber confederacies in the Kabylia in 1857" e pag. 90) e nello stesso anno scoppiarono i moti indiani che spinsero, l'anno successivo il governo britannico a sciogliere la Compagnia delle Indie e ad assumere il controllo diretto dell'India attraverso il Government of India Act 1858, che istituì il Raj britannico e diede la corona di Imperatrice d'India alla regina Vittoria.
^Antiquité et humanité antédiluvienne, 1847-64. I bifacciali furono descritti come coupes de point da P. Boitard in Études antédiluviennes, 1862)
Mohammed Rabiu Informasi pribadiNama lengkap Mohammed Rabiu AlhassanTanggal lahir 31 Desember 1989 (umur 34)Tempat lahir Accra, Greater Accra, GhanaTinggi 1,88 m (6 ft 2 in)[1]Posisi bermain GelandangInformasi klubKlub saat ini Évian Thonon GaillardNomor 2Karier junior LibertyKarier senior*Tahun Tim Tampil (Gol)2008–2010 Liberty - (-)2008 → Gimnàstic (pinjaman) 2 (0)2008–2009 → Xerez (pinjaman) 1 (0)2009–2010 → Sampdoria (pinjaman) 0 (0)2010–2011 U...
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