Pericle, principe di Tiro
Pericle, principe di Tiro (Pericles, Prince of Tyre) è un dramma romanzesco scritto da William Shakespeare tra il 1607 e il 1608. Fu per la prima volta nella raccolta in-folio del 1663 insieme ad altri 6 apocrifi e ai 36 drammi già inclusi nel in-folio del 1623. Nonostante il testo a noi pervenuto presenti grandi differenze stilistiche tra i primi due atti e gli altri tre, la paternità shakespeariana è indubbia. Gli editori moderni sono d'accordo nel dire che Shakespeare è l'autore della maggior parte dell'opera dopo la scena 9, delle parti che seguono la storia di Pericle e Marina[1][2][3][4]. Si pensa che i primi due atti, che descrivono dettagliatamente i molti viaggi di Pericle, siano stati scritti da un collaboratore di relativamente poco talento, forse George Wilkins[5]. TramaPrologoNel prologo vediamo Gower, il personaggio che rappresenta il coro. Questi si avvicina e annuncia l'intento di dare piacere all'orecchio e all'occhio insieme agli spettatori per la durata della vicenda, esprimendo la perfetta simbiosi che Shakespeare stesso voleva raggiungere con le sue opere teatrali. «To glad your ear and please your eyes» Atto IIn Siria il re Antioco annuncia lo sposalizio della bella figlia con chi riuscirà a risolvere un enigma che gli verrà posto dal re stesso. Chi fallirà verrà mandato a morte. Atto IIDurante la traversata una violenta tempesta fa naufragare la nave di Pericle, e il giovane si ritrova sulla spiaggia di Pentapoli. Qui scopre che il re Simonide sta organizzando una serie di tornei per dare in sposa la figlia al vincitore. Pericle ne approfitta immediatamente, dimenticando il re Antioco, e vince mirabilmente tutti i tornei. Così a lui viene concessa la mano di Taisa e si celebrano le nozze. Intanto a Tiro si viene a sapere della morte di Antioco e di sua figlia, avvenuta per mano divina, e il popolo pensa di affidare la corona al reggente Elicano. Ma questi, ricordandosi del patto con Pericle, dichiara di accettare solo se saprà della morte dell'amico; e manda una pattuglia a cercarlo. Atto IIINel frattempo a Pentapoli, Pericle viene informato della spedizione di Elicano e così si reca subito a Tiro con la moglie incinta. Ma durante il viaggio l'eroe fa naufragio di nuovo e Taisa muore di parto. Pericle, affranto, è costretto a gettare il corpo di Taisa, dentro una cassa, in mare per placare la furia degli dei. Poi fa sosta a Tarso per la salute dell'infante Marina, mentre un vecchio mago trova la bara di Taisa e la fa resuscitare. Ella credendo che il marito sia morto, si fa sacerdotessa al tempio di Diana. Atto IVPassano una ventina di anni e Marina, fattasi più bella della figlia di Cleone e Dionisia, che medita di ucciderla, viene rapita da dei pirati e condotta a Mitilene. Lì la ragazza riuscirà a conservare la sua verginità dimostrandosi molto abile nel cantare e suonare. Atto VDopo varie traversate, l'anziano Pericle giunge per caso a Mitilene, dove il sovrano Lisimaco gli presenta casualmente Marina, con la speranza che lei possa divertirlo e rincuorarlo. Contesto storicoIl modello è la Storia di Apollonio re di Tiro, conosciuta attraverso il poema Confessio Amantis di John Gower, composto tra il 1386 e il 1390, e l'opera The Pattern of Painful Adventures di Lawrence Twine (1576). Rappresentazioni e adattamentiNote
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